Cresce la preoccupazione per le sorti di Alessia Piperno, la 30enne romana rinchiusa nel penitenziario iraniano di Evin. Venerdì nella struttura è scoppiato un incendio ma — come riferito dalla Farnesina, in contatto con l’ambasciata italiana di Teheran — la giovane sta bene. Sale, invece, il bilancio delle vittime: otto i detenuti che hanno perso la vita nel rogo.
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L’incendio nel carcere di Teheran
Alla base dell’incendio avvenuto all’interno del carcere di Teheran, dove vengono rinchiusi i prigionieri politici, una rivolta da parte dei detenuti. Centinaia sono stati infatti gli arrestati durante le proteste che hanno avuto luogo in Iran a seguito della morte di Mahsa Amin. In carcere alcuni attivisti politici come il regista Jafar Panahi, Mostafa Tajzadeh e i cittadini con doppia nazionalità — rispettivamente iraniano francese ed iraniano americana — Fariba Adelkhah, Siamak Namaki ed Emad Sharghi. Quest’ultimi si trovavano proprio nelle celle in cui è divampato l’incendio ma fortunatamente stanno bene.
La rivolta dei detenuti
Secondo quanto si apprende, l’incendio è scoppiato a seguito della rivolta dei detenuti nella sezione 7 del carcere, quella dove si scontrato detenuti e guardie carcerarie. I rivoltosi avrebbero dato alle fiamme un deposito di vestiti causando l’incendio. I testimoni hanno riferito di aver udito spari, esplosioni e visto gruppi di persone che si sono radunate vicino alla prigione urlando slogan. I detenuti ammutinati sono poi stati separati dagli altri, poi rientrati nelle loro celle.
La reazione della polizia
La reazione della polizia non si è fatta attendere. Quest’ultima, infatti, ha sparato gas lacrimogeni anche contro le famiglie degli attivisti e degli studenti arrestati durante le proteste per la morte di Mahsa Amini. Gli agenti hanno provveduto anche a bloccare le strade di accesso alla struttura penitenziaria.