Il leader di Azione, Carlo Calenda, che questa mattina ha presentato la sua “giunta ombra” della Lista ‘Calenda Sindaco’, ha pronta la ricetta per risolvere il problema dei rifiuti nella Capitale. La città, nonostante i tentativi del Primo Cittadino Roberto Gualtieri, appare infatti ancora sporca in tutti i quartieri periferici o comunque appena al di fuori del centro storico. “Sui rifiuti si continua a non parlare di termovalorizzatori, rimane un tema tabù – sostiene Calenda – Ma senza termovalorizzatori la chiusura del ciclo non ci sarà”.
Per Calenda, il problema dei rifiuti nella Capitale può essere risolto solo attraverso la realizzazione dei termovalorizzatori, come aveva già detto in campagna elettorale. “Ci vogliono 30 mesi dall’autorizzazione per farne uno. Oggi questa è la situazione meno inquinante per chiudere il ciclo e per eliminare quasi del tutto gli scarti in discarica”. E parlando degli scarti Calenda si è sbilanciato, esprimendo il suo parere su quale sia il sito più adatto per conferire i rifiuti: “La discarica a Magliano Romano? Ci sembra l’area più appropriata”, ha dichiarato.
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L’ira del sindaco di Magliano Romano
Pronta la replica del Sindaco di Magliano Romano, Francesco Mancini, che definisce “superficiali” le parole dell’ex ministro. “A che titolo e a nome di chi Carlo Calenda interviene in questa vicenda non è chiaro – sostiene il sindaco – Di chiarissimo c’è invece, la superficialità e la disinformazione sulla base delle quali definisce Magliano l’area più appropriata per realizzare una discarica. Altro che giunta ombra! Solo dichiarazioni sguaiate che confermano l’ormai cronica incapacità della politica romana di individuare all’interno dei confini della Capitale la propria discarica. Quando si interviene su un tema tanto delicato e complesso mi aspetto da parte della politica dichiarazioni informate e consapevoli, non ispirate dagli amici degli amici”.
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Contro Calenda anche la Lega
Anche la Lega – per nome del consigliere regionale Daniele Giannini e di Antonio Giammusso e Luca Quintavalle, rispettivamente consigliere della Cittá metropolitana e segretario politico della Lega Roma nord – ha criticato le parole di Calenda. “A Calenda piace periodicamente sentenziare su Roma, ma la verità è che avrebbe avuto la possibilità di fare una vera opposizione da vicino e ha preferito la comoda e ben più remunerativa poltrona di Bruxelles, invece di calcare i marciapiedi e consumarsi le suole delle scarpe da consigliere comunale – ha dichiarato Giannini – Ecco perché fa sorridere la presentazione odierna di una ‘giunta ombra’ per la Capitale. Ancora più strampalata e contro ogni logica l’idea di indicare il piccolo comune di Magliano Romano come discarica per i rifiuti di Roma, dal momento che tutti gli organi preposti hanno bocciato questa soluzione, su tutti i fronti. La triste realtà è che Calenda è ormai solo l’ombra di se stesso, un ricordo già lontano e sbiadito di quel finto politico da territorio a breve termine che si presentò in campagna elettorale per il Campidoglio. I romani lo hanno capito, ne prenda ormai coscienza anche lui”.
“Proposte sconclusionate, quelle di Calenda – sostengono Antonio Giammusso e Luca Quintavalle – che umiliano un territorio e le persone che vi risiedono. Non lo ricordiamo come un efficace ministro nelle vertenze che hanno caratterizzato la sua permanenza al dicastero dello Sviluppo Economico, nè come un illuminato europarlamentare del Partito Democratico, ma questa mattina si é superato indicando il sito di Magliano Romano come discarica di servizio di Roma per togliere Zingaretti e Gualtieri dall’imbarazzo”.
“Al leader di Azione – proseguono i due leghisti – già in soccorso di Gualtieri dopo il primo fallimento della Pulizia straordinaria della Capitale, non sono bastati 29 professionisti – un uomo e una donna per ciascun settore di competenza – per evitare le scriteriate dichiarazioni sulla discarica di Magliano Romano, che non tengono conto della criticità del sito, né della lunga istruttoria in cui sono stati raccolti i pareri negativi della ASL, del Parco di Veio, dei comuni limitrofi, di quello di Magliano Romano e della Città metropolitana. Per questo invieremo allo smemorato di Viale Parioli una ricca documentazione perché possa farsi un’idea sulla necessità della tutela ambientale, sul rispetto del principio di legalità e quale impatto negativo avrebbe su un’area incontaminata come quella del Parco di Veio, dopo sette censure del Tribunale amministrativo del Lazio nei confronti delle autorizzazioni concesse dalla Regione Lazio e le reiterate violazioni riscontrate dall’Arpa Lazio sull’attuale impianto”.