Lazio, la criminalità organizzata mette le mani sulla regione: gli illeciti ci sono sempre stati, ma l’ultimo report annovera anche Latina.
Lazio, non si scherza più: la Regione sta attraversando un periodo complicato sul piano istituzionale. Le scadenze per il Giubileo sono tante, ma i problemi a largo spettro – forse – sono ancora di più. L’avvento dell’Anno Santo potrebbe voler dire anche un incremento delle attività illecite correlate alla mole di manifestazioni in relazione all’apertura delle Porte Sante e non solo. La relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia e Antiterrorismo ha sottolineato come – oltre a questo – la situazione nel Lazio sia molto difficile anche lontano da Roma.
In molti conoscono gli esordi e l’evoluzione di quella che gli scrittori hanno definito “Suburra”, ma c’è dell’altro. Ovvero la malavita organizzata ha cominciato a spostarsi. Il territorio migliore adesso è il basso Lazio. Latina e non solo. I motivi sono semplici: lì è più facile insediarsi visto che a livello economico ci sono più difficoltà. Meno soldi e sfarzo, ma più occasione di coercizione: senza contare che i terreni agricoli per le realtà criminali sono una miniera d’oro.
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Lazio, criminalità organizzata a Roma e Latina: il report della DIA
I maggiori profitti – si legge sempre nel report semestrale DIA – arrivano dallo spaccio e la coltivazione di stupefacenti: Marijuana, ma anche Hashish e Cocaina – lasciando da parte il commercio illecito delle smart drugs – e soprattutto le pastiglie della felicità (così sono state ribattezzate) ma a rendere felici gli uomini delle cosche sono solo gli introiti. Inoltre c’è da fare i conti con il secondo mercato più fruttuoso. Quello dell’agricoltura. Una vera e propria manna dal cielo per chi gestisce il malaffare nel Lazio, dato che lo sfruttamento dei terreni apre a tutta un’altra serie di illeciti in correlazione.
Poi pizzo, estorsione e gioco d’azzardo. La DIA ha dimostrato che i tentacoli della malavita non si fermano e sono pronti ad allungarsi oltre. La consapevolezza deve portare a un nuovo sistema di tutele oltre ad un approccio diverso che deve cominciare proprio a ridosso dell’Anno Santo. Vera e propria ripartenza nella Capitale con attenzione anche alle zone limitrofe e soprattutto al proprio “lato oscuro”.