I legali del poliziotto finito ai domiciliari per le violenze perpetrate ai danni di Hasib Omerovic, il 36enne disabile precipitato dalla finestra della sua stanza, in una palazzina delle case popolari di Primavalle, hanno avanzato richiesta di revoca della misura restrittiva o comunque dell’applicazione di una misura più lieve. Istanza rigettata dalla magistratura che ritiene che l’agente possa tornare a delinquere.
Un passato con tanti lati oscuri quello del poliziotto che ha torturato Omerovic
Stiamo parlando di Andrea Pellegrini, il poliziotto che insieme a quattro colleghi, il 25 luglio scorso ha fatto irruzione in casa di Hasib, di colui che è stato ritenuto l’autore delle torture al 36enne disabile. Ma la ricostruzione più dettagliata del profilo dell’agente ha reso un quadro ancora più scabroso. Perché il dirigente del commissariato di Primavalle presso il quale Pellegrini prestava servizio, avendo paura che fosse un assenteista, lo aveva spostato al corpo di guardia disponendo che portasse la divisa in servizio. Ma già tre anni fa era stato indagato per il rinvenimento di un Gps all’interno del quale c’era la sceda intestata proprio a Pellegrini. Alcuni suoi colleghi avrebbero ammesso davanti al giudice che si vantava di ‘svolgere lavori da investigatore privato’. Ma è stato anche arrestato in passato, in Florida per un furto a un supermercato.
Anche nel corso delle indagini sul caso Omerovic il poliziotto ha raccontato mezze verità
Una figura controversa quella del poliziotto che anche quando si sarebbe offerto di dare una mano alle indagini sul caso Omerovic avrebbe dimenticato particolari salienti, come ad esempio di aver legato i polsi al 36enne con il filo del ventilatore, di averlo schiaffeggiato e minacciato con un coltello. Tutti ‘dettagli’ venuti fuori nel corso delle indagini, ma soprattutto grazie alla testimonianza della sorella presente al momento del blitz dei poliziotti nella loro casa in zona Primavalle.