Non c’era solo sesso a pagamento nell’appartamento di via Riboty dove sono state assassinate le due donne cinesi. Tra quelle mura era nato anche qualcosa di più, un legame affettivo importante tra la 55enne Li Yanrong, Lia, e un uomo romano di mezza età. Da nove anni i due si incontravano e lui aveva anche proposto alla donna di lasciar perdere quel mestiere, di vivere con lui, di cambiare vita. Voleva sposarla, costruire una vita con lei, ma la donna aveva rifiutato sostenendo di aver bisogno di soldi da inviare ai suoi familiari in Cina. Ma quel rifiuto non aveva cambiato il rapporto tra i due che erano rimasti molto legati.
Il cliente affezionato a Lia aiuta nelle indagini
Sembra che quest’uomo sia risultato fondamentale nelle indagini della Mobile per dare un nome a Sofia e Lia, per identificare Li Yanrong e Yang Yun Xiu, 45. L’uomo avrebbe fornito dettagli anche sulla struttura della casa, formata da due camere da letto un bagno e una cucina e anche sulle abitudini delle due donne. “Quando arrivava qualcuno e Lia e Sofia erano impegnate con altri clienti, una delle due interrompeva il rapporto e faceva accomodare il cliente che aveva suonato facendolo attendere in una della stanze libere. In tanti anni non ho mai visto in faccia nessuno”.
Dettagli che smentiscono quando riferito agli investigatori dal presunto killer che ha dichiarato di aver visto “un uomo che avrebbe minacciato lui e le due donne con una pistola”. Una eventualità praticamente impossibile visto che Lia e Sofia facevano di tutto per mantenere l’anonimato dei loro clienti.
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