Ucciso in carcere dal compagno di cella. Una vera e propria tragedia quella che si è consumata ieri, lunedì 19 giugno, nella casa circondariale di Velletri. A denunciare l’accaduto l‘Unione Sindacati Polizia Penitenziaria (USPP). Una tragedia annunciata secondo i sindacati che adesso mettono l’accento sull’incompatibilità del detenuto con la realtà carceraria.
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L’omicidio nel carcere di Velletri
I fatti sono avvenuti ieri nel carcere di Velletri. Qui un detenuto con gravi problemi psichici ha ucciso un compagno di cella. La vittima aveva origini tunisine ma al momento, le sue generalità non sono note. L’omicida, invece, dapprima era stato trasferito presso il carcere di Frosinone e poi nella casa circondariale di Velletri. Qui gli episodi di aggressività e violenza non sono mancati. L’uomo, di origini italiane, da febbraio a settembre 2022 era stato in una Rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), poi nel reparto psichiatrico dell’ospedale Pertini per fare, infine, ritorno nella struttura penitenziaria. La procura di Velletri a seguito dei fatti ha aperto un’inchiesta. Inchiesta il cui obiettivo è anche quello di fare chiarezza rispetto ad alcuni temi chiave della vicenda, quali ad esempio la motivazione, il perché, il detenuto sia ritornato in cella anche dopo che le sue condizioni di salute erano state giudicate incompatibili con la detenzione. Ora, senz’altro, questa vicenda tocca un tasto dolente rispetto all’annoso problema delle persone ristrette in carcere ma che dovrebbero essere invece accolte in strutture apposite ed adeguate. Strutture che spesso sono piene.
Il commento del segretario regionale dell’USPP
In merito ai fatti si è espresso anche Daniele Nicastrini, segretario regionale dell’USPP: “La responsabilità à della politica sorda ad un reale problema! Lo avevamo annunciato con le aggressioni agli agenti di queste settimane, che la situazione carceraria Laziale vive all’estremo della tollerabilità, oggi dobbiamo purtroppo denunciare il triste epilogo di una tragedia annunciata, un detenuto italiano con gravi problemi psichiatrici, già resosi in tutta la regione attore di altrettante aggressioni, ha ucciso il suo compagno di cella”. Purtroppo, gestire soggetti con gravi disturbi psichiatrici all’indomani nel 2013 della chiusura degli OPG per il loro trattamento sostituiti dalle REMS sono stati un fallimento totale della politica”.