Emergono nuovi retroscena sulla vita di Fabrizio Piscitelli, Diabolik, noto anche come capo ultra della Lazio, ucciso il 7 agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti, grazie a rivelazioni rese da Fabio Gaudenzi. Quest’ultimo a capo di tifosi romanisti, conosciuto anche con il nomignolo di Rommel, ha confessato agli inquirenti che Piscitelli gli avrebbe consegnato 100mila euro per il progetto alle Bahamas, come riporta Il Messaggero, che ha, invece, destinato all’operazione dell’’oro’ in Africa.
Il racconto dell’ultrà romanista e il borsone pieno di armi
Ora queste dichiarazioni sono da verificare. Ma sempre nell’ambito di quei 100mila euro ‘Rommel’ aveva raccontato agli investigatori, impegnati nelle indagini per risalire all’autore dell’omicidio Piscitelli, di aver dato in cambio a Diabolik un borsone pieno di armi: una mitraglietta UZI, due kalashnikov AK 47, una bomba a mano. Uno scambio che Piscitelli aveva accettato dopo esserci sincerato che si trattava di armi ‘pulite’.
Le rivelazioni su Ponte Milvio
Sono diverse le rivelazioni che Gaudenzi ha fatto agli investigatori. L’uomo ha parlato anche di Ponte Milvio, dove Massimo Carminati non voleva che Piscitelli e il suo gruppo prendessero piede per far diventare il quartiere come San Basilio e Tor Bella Monaca. Aveva paura che potesse diventare una zona nella quale si vendeva droga e si pagava il pizzo. Ma Diabolik e i suoi uomini avevano raggiunto anche Ponte Milvio e vi avevano messo il suo quartier generale. Rommel, nel raccontare questi dettagli, ha anche sottolineato che secondo lui Piscitelli voleva mettere le mani da troppe parti.
Sin da subito il capo ultrà giallorosso aveva dichiarato di sapere chi aveva ucciso Diabolik
Fabio Gaudenzi il 3 settembre del 2019, meno di un mese dopo l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, aveva diffuso un video nel quale era incappucciato, impugnava una pistola e diceva di essere pronto a consegnarsi alle forze dell’ordine per comunicare chi era stato l’autore dell’omicidio di Diabolik.