C’è un arresto per l’omicidio di Daniele Di Giacomo, il 38enne ucciso il 14 settembre scorso nel quartiere romano di Tor Bella Monaca. Il delitto era avvenuto mentre l’uomo era nella sua auto in compagnia della fidanzata 26enne. Anche la ragazza era stata ferita durante il raid. La Squadra Mobile ha fermato in queste ore V. R., 30 anni, accusato dagli inquirenti incaricati delle indagini dal Procuratore Aggiunto Paolo Ielo di omicidio volontario e premeditato.
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Un duplice movente
Il movente secondo chi indaga sarebbe duplice rispetto al brutale assassinio. In primis un debito da 20mila euro che V. R. aveva nei confronti di Di Giacomo e che non era stato estinto del tutto. Poi c’è la questione passionale. Infatti la 26enne è la sua ex compagna e il 30enne non sopportava che avesse intrapreso una relazione con la vittima. La ragazza ha raccontato agli inquirenti che Di Giacomo durante la sparatoria avrebbe fatto scudo col suo corpo per proteggerla dai proiettili dell’omicida. Secondo quanto scritto dal Gip Alessandro Arturi nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere V.R. sarebbe “uno degli autori dell’efferato delitto, probabilmente anche col ruolo di esecutore materiale, certamente ideatore e regista dell’operazione criminale“.
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Le parole del Gip
Per il Giudice per le Indagini Preliminari l’omicidio sarebbe il risultato di un “piano deliberato e preventivamente organizzato e certamente non di un’azione estemporanea e improvvisata“. Sempre il giudice, in ordine al movente passionale, sostiene che l’indagato “nutriva più di un sospetto sul fatto che avesse intrapreso una relazione con Di Giacomo ma che tale frequentazione fosse iniziata quando formalmente il loro rapporto era ancora in vita e, in più, fosse stata la causa della sua definitiva rottura“. Nel fascicolo sono presenti alcuni messaggi di V.R. indirizzati alla ex compagna: “È guerra aperta. Con questi me ce devo ammazzà“.