Fiumicino, il trasporto urbano diventa una giungla. Autista picchiato sulla linea 9 per aver invitato a non fumare durante la tratta.
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Fiumicino, l’altra faccia della normalità. Il trasporto urbano riserva sempre qualche sorpresa, alcune sono più amare di altre. Come quella che ha accolto il conducente della linea 9 al capolinea di piazza Alcide De Gasperi. Una guida normale, senza stravolgimenti di sorta, al netto di un cortese invito: “Qui non si fuma” rivolto a dei ragazzi che stavano accendendosi delle sigarette per affrontare il viaggio.
Una raccomandazione recepita come un affronto. Il modo sbagliato si trasforma in aggressione: i ragazzi, infatti, non reagiscono bene e affrontano il conducente. “Non disturbare mentre si guida”, recita un avviso all’interno del bus. Ignorato anche questo e al capolinea partono pugni, spintoni e altri insulti.
“Non si fuma”: autista aggredito sul bus
Seguiti da lividi e segni che poco hanno a che fare con una normale giornata di lavoro. All’arrivo i colleghi notato tutto. Intervengono prima che sia troppo tardi con le dovute segnalazioni. Una scena da film, ma è tutto vero. La cruda realtà di chi guida per professione. Il trasporto pubblico ha ricorso persino a delle mobilitazioni di piazza anche per via di questo aspetto: la sicurezza, con particolare attenzione all’incolumità.
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Storie come quella della linea 9 sono all’ordine del giorno. Gli autisti sono esposti a un pericolo che non pensavano di dover correre: quello di essere aggrediti. L’uomo, nella fattispecie, non sembra avere danni permanenti. Gli accertamenti dei prossimi giorni diranno qualcosa in più.
I numeri di una tragedia
L’ennesima prognosi da sottoporre al datore di lavoro che perde, a sua volta, un elemento per via delle cure e di una degenza – seppur breve – che deve esserci. Tradotta in numeri l’emergenza sottolinea che, su 300 linee per 8000 fermate lungo le strade della Capitale, il rischio di aggressioni aumenta di circa il 10% ogni stagione.
Motivo per cui sui mezzi di servizio sono state montate telecamere di sorveglianza per fornire elementi probatori in caso di atti vandalici e non solo. I sindacati di base pensano addirittura di chiedere degli agenti a sorveglianza del mezzo durante i tragitti. Ricorrere alla Forza Pubblica, però, sarebbe l’ennesima sconfitta.
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Essere tracciati persino quando si prende un autobus segnerebbe il punto di non ritorno secondo alcuni rappresentanti, ma di fronte a un’altra frattura si fa strada la consapevolezza che un limite invalicabile di tolleranza sia già stato superato. Basta fermarsi, più fermate (tranquille): questo il mantra di chi cerca soltanto di continuare a fare il proprio lavoro.