Morte Stefano Dal Corso, la famiglia: “Mio fratello non si è suicidato. Vogliamo l’autopsia per sapere la verità”. La morte di Stefano, detenuto morto nel carcere di Oristano per un presunto suicidio, vede duplici analogie con il caso di Stefano Cucchi. Non è un caso che stamattina, in una conferenza stampa presso il Senato della Repubblica, la sorella e senatrice Ilaria Cucchi abbia chiesto verità sulla morte di Dal Corso. Infatti, sul decesso del ragazzo sono molteplici i misteri. Infitti soprattutto dalle risposte dello Stato, che nega l’autopsia per chiarire le dinamiche della morte del detenuto.
L’appello della famiglia: “Vogliamo la verità sulla morte di Stefano Dal Corso”
Infatti, al momento Dal Corso sarebbe morto per rottura dell’osso del collo dopo essersi impiccato nella cella con un lenzuolo. Peccato che nessuna autopsia sia stata effettuata sul detenuto deceduto, che attesti questa reale motivazione per la sua morte. Questo perché, secondo la legge, non si deve obbligatoriamente disporre l’autopsia per i morti in carcere. Ma qui si parla di un decesso sospetto in carcere, in una formula che potrebbe coprire altre dinamiche.
Lo stesso partito di Ilaria Cucchi, Sinistra Italiana, scrive questo su Instagram: “Più di tredici anni fa Ilaria Cucchi si trovava costretta a mostrare le foto del corpo martoriato di suo fratello Stefano alle telecamere, per ottenere dallo Stato verità e giustizia. Nella stessa sala, oggi, un’altra famiglia si trova costretta allo stesso atto di coraggio e di dolore. Come Alleanza Verdi e Sinistra chiediamo che sia fatta chiarezza sulla morte di Stefano Dal Corso e che diventi obbligatoria l’autopsia per le morti sospette in carcere”.
I dubbi della famiglia Dal Corso
I dubbi sono numerosi. Come menzionato dal legale della famiglia, l’avvocatessa Armida Decima, le stranezze sono molteplici. Anzitutto, una foto che immortali la reale impiccagione di Stefano. Poi un lenzuolo che non si capisce come sia spuntato nella sua cella, considerato come il letto del ragazzo fosse ordinato. Nessuna tac o altro esame medico che accertasse le cause della sua morte. Ma soprattutto un altro punto: Stefano doveva uscire dal carcere a dicembre 2022, suicidandosi poche settimane prima, ovvero ottobre 2022. Più di qualcosa non torna in questa storia.