C’è un arresto per la morte del pr Francesco Vitale, conosciuto dagli amici con il nomignolo di Ciccio Barbuto. A finire in manette per sequestro di persona a scopo di estorsione con l’aggravante del decesso della vittima, è un 36enne romano, persona già nota alle forze dell’ordine. Gli investigatori non sembrano avere dubbi che il pr oltre ad essere conosciuto in discoteche non solo baresi ma di tutta Europa, era anche coinvolto in affari di droga.
L’arrestato è stato sottoposto a un lungo interrogatorio
Il 36enne è stato arrestato nella notte tra mercoledì e giovedì e già nella giornata di ieri è stato sottoposto a un fitto e lungo interrogatorio da parte dei Carabinieri che stanno indagando in cerca di risposte sulla morte di Vitale, il 45enne precipitato il 22 febbraio da 20 metri da un appartamento di via Pescaglia, nel quartiere della Magliana.
Indagini serrate, quelle dei militari che, grazie ad accertamenti del Ris hanno anche constatato la presenza di tracce di sangue nell’appartamento dal quale è precipitato Ciccio Barbuto. Ora le indagini sono dirette a stabilire se quelle tracce ematiche appartenessero al pr. La pista che si sta seguendo è quella del sequestro. Gli investigatori ritengono che il 45enne sia stato sequestrato a causa di un debito di droga di 500mila euro e che sia stato preso a botte.
Resta una domanda: Francesco è caduto o è stato buttato giù?
Il nodo fondamentale da sciogliere ora è stabilire se Francesco da quell’appartamento sia precipitato inavvertitamente nel disperato tentativo di scappare ai suoi sequestratori oppure se sia stato buttato giù nel corso di una colluttazione. Mentre procedono le indagini che a distanza di una sola settimana hanno portato a un arresto si continua a cercare la verità e anche i probabili complici che hanno preso parte al sequestro e forse anche alla morte di Francesco Vitale.
La denuncia del fratello informato da Francesco del suo debito
Vitale in quell’appartamento è andato volontariamente. Prima di partire da Bari, però, ha informato il fratello, al quale ha specificato di avere un ingente debito e di aver ricevuto minacce. Una notizia che ha preoccupato il fratello del 45enne che quando non lo sente per ore, decide di sporgere denuncia. Dice tutto agli investigatori di quel debito contratto dal pr, ma spiega che si tratta di 500mila euro che aveva perso al gioco.
I Carabinieri sembra stiano rivolgendo le loro attenzioni verso il gruppo italo-albanese che gestisce il narcotraffico tra la Spagna e la Capitale. E Francesco pare facesse affari con un rivenditore all’ingrosso di stupefacenti, conosciuto come il profeta. Ma si tratta di attività investigative in corso, alla luce dei precedenti di Vitale che con il padre era finito a processo proprio per droga.