Un 59enne già noto per aver minacciato e usato violenza nei confronti del direttore di un consorzio romano, per aver evaso il fisco ed essere detentore di armi clandestine è stato raggiunto da provvedimento di sequestro preventivo di beni per il valore di 1,6 milioni di euro. Sono stati ‘ Militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Roma e Napoli ad eseguire il decreto di sequestro di prevenzione emesso dal Tribunale Ordinario di Roma – Sezione speciale per l’applicazione delle misure di prevenzione, su proposta della Procura della Repubblica di Roma, nei confronti di un soggetto di 59 anni, nato e residente a Portici (NA).
Violenza e minaccia al direttore di un consorzio: la misura cautelare
Lo scorso 14 marzo il predetto era stato attinto dalla misura cautelare personale del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da essa abitualmente frequentati per aver posto in essere atti di violenza e minaccia nei confronti del direttore commerciale di un consorzio romano a seguito di un infruttuoso investimento immobiliare di oltre 1,5 milioni di euro nella provincia di Messina.
Deteneva armi clandestine
Contestualmente all’esecuzione della misura, l’indagato era stato tratto in arresto in flagranza di reato per detenzione abusiva di armi clandestine e ricettazione. Infatti, nel corso delle perquisizioni eseguite nelle abitazioni e in una autovettura di sua proprietà, erano state rinvenute e sequestrate 2 pistole semiautomatiche modificate con caricatore e cartucce, 3 pistole revolver comprensive di cartucce, di cui una con matricola abrasa e una modificata, e circa 200 munizioni di vario calibro per arma corta, unitamente a 660.000 euro in contanti, assegni post-datati per 130.000 euro, 3 reperti archeologici, 15 orologi di lusso di note marche e 2 telefoni cellulari.
Non c’era corrispondenza tra patrimonio e redditi dichiarati
Gli accertamenti economico-patrimoniali avviati nei confronti dell’indagato, attualmente detenuto presso la casa Circondariale di Napoli Poggioreale, hanno permesso di accertarne l’incongruenza del patrimonio posseduto rispetto ai redditi dichiarati, risultati sostanzialmente nulli e di ritenerne la provenienza da attività illecite.
Il sequestro di beni
Appurata la pericolosità sociale del proposto alla luce delle plurime e continuative attività criminali e considerata una condanna definitiva per reati di truffa e falso, la Procura di Roma ha richiesto, quindi, il sequestro di prevenzione dei beni nella disponibilità del soggetto, richiesta accolta dal Tribunale. La Guardia di Finanza ha così eseguito la misura, riguardante un immobile situato a San Giorgio a Cremano, conti correnti, somme di denaro contante e orologi di lusso, per un valore complessivo di 1,6 milioni di euro.