Passano i giorni ma le indagini per fare chiarezza sull’omicidio della giovane Michelle Maria Causo non si fermano. Dopo che si sono svolti lo scorso mercoledì – nella chiesa di Santa Maria della Presentazione di Primavalle – i funerali, adesso gli inquirenti stanno mettendo insieme i pezzi di quest’intricato puzzle al fine di comprendere le motivazioni alla base dell’efferato reato. La 17enne è stata uccisa per mano di un coetaneo – originario dello Sri Lanka, che viveva con la madre ma che ora è ristretto nel carcere minorile di Casal Del Marmo – che le ha sferrato diverse coltellate per poi mettere il corpo all’interno di un sacco dell’immondizia. Sacco poi riposto all’interno di un carrello della spesa, che è stato in seguito abbandonato vicino ai secchioni di via Borgia, all’altezza del civico 22.
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L’omicidio di Michelle Causo e il ricatto hot dell’assassino
Il ragazzo era dedito al consumo di droghe, come da lui stesso “pubblicizzato” nel proprio profilo Instagram. Diversi invece i toni usati sul social Tik Tok, dove si lasciava andare a dichiarazioni d’amore dal sapore malinconico. Il giovane non è nuovo a comportamenti minacciosi e nel suo passato c’è anche un precedente da hacker. Infatti, il 17enne avrebbe tentato di estorcere scatti hot da una compagna di classe dopo averle rubato il profilo Instagram.
Per restituirle l’account, la vittima avrebbe dovuto posare in foto esplicite. A seguito della richiesta, la ragazzina presentò una denuncia contro ignoti ma i carabinieri arrivarono presto al 17enne, sul quale pende l’accusa di sostituzione di persona. Ora gli agenti del commissariato di Primavalle e dalla squadra mobile tengono in considerazione la medesima ipotesi anche per quel che riguarda l’omicidio di Michelle Causo.
Le precedenti aggressioni
Ma il ricatto hot non è l’unico precedente del presunto assassino, molto conosciuto dagli altri ragazzini del quartiere che, infatti, ne stavano alla larga. Per esempio, circa due anni fa, aveva aggredito un coetaneo con un coltellino. A finire nelle mire del 17enne, ragazzini maggiormente fragili ed indifesi, di poco più di 12 anni ed anche le bambine. Nel frattempo, inoltre, la polizia è al lavoro sulla pistola giocattolo trovata in casa del giovane ed usata per intimidire le vittime.