Continuano le tensioni all’interno del carcere di Regina Coeli a Roma. L’ultimo episodio si è verificato tra sabato e domenica, quando ci sarebbe stato uno scontro tra detenuti, nel corso del quale sarebbero state utilizzate anche armi artigianali e uno dei prigionieri è stato colpito in volto riportando una ferita che ha necessitato 30 punti di sutura.
A denunciare l’accaduto è il segretario regionale USPP Lazio, Daniele Nicastrini, il quale non si sofferma solo sull’ultimo episodio, ma sottolinea il susseguirsi di ferimenti, aggressioni, scambio di droga e telefonini all’interno dell’istituto penitenziario con le difficoltà legate ‘al personale all’estremo delle loro possibilità operative’.
Sale la preoccupazione dei sindacato
L’allarme sale, così come la preoccupazione per una struttura “con circa 335 unità rispetto alle 500 previste, chiamate a gestire 1100 detenuti presenti, nonostante i 600 posti disponibili. Viene posizionata la sesta branda in ogni stanza e finanche nelle salette per la socialità, così stretti da arrivare a litigare anche per futili motivi”.
Le richieste di incontri per cercare soluzioni
Le tensioni crescono e l’USPP Lazio che in questi ultimi tempi si è prodigato a chiedere all’Amministrazione cosa intende fare, considerato che “se Regina Coeli e in queste condizioni le altre carcere non sono da meno, Rebibbia, Velletri, Viterbo, Rieti, Frosinone ed altri complessivamente con 6500 detenuti presenti e 2500 unità di Polizia Penitenziaria. Sono impegnati in oltre 10 piantonamenti compresi i tre di Regina Coeli, anche il Nucleo cittadino di Roma con circa 120 unità presenti rispetto ai 220 previsti, svolge un servizio serrato in turni h.24 con centinaia di detenuti tradotti settimanalmente per motivi giudiziari e trasferimenti per ordine sicurezza nel territorio di Lazio Abruzzo Molise e altre regioni”.
Domani il confronto con il Provveditorato regionale
Intanto nella giornata di domani è previsto un incontro del sindacato con il Provveditorato regionale, un’occasione nella quale “faremo sentire la nostra preoccupazione, confermata dai fatti di cronaca nera e stiamo anche valutando come intervenire per tutelare il territorio abbandonano a un insolito destino”.