Una maxi frode nel campo dei bonus edilizi. Lavori edili mai realizzati ma anche riciclaggio, il tutto con lo scopo di generare un’enorme quantità di crediti fiscali, pari addirittura ad 1,5 MLD, che sarebbe stata generata solo sulla carta, innanzitutto grazie all’opera di un commercialista compiacente. L’indagine, partita da una segnalazione giunta sul tavolo della Guardia di Finanza di Roma, ha coinvolto diverse località italiane svelando un’articolata organizzazione che aveva messo in piedi questa colossale truffa.
Truffa con i bonus edilizi, la scoperta della Guardia di Finanza
I primi passi delle investigazioni del Nucleo di Polizia Economico – finanziaria di Asti, sul corretto utilizzo dei crediti fiscali per “Bonus edilizi”, sono partiti da una segnalazione del Nucleo Speciale Entrate della Guardia di Finanza di Roma. L’indagine scattata tra agosto e settembre 2022 con l’analisi di banche dati, indagini bancarie, intercettazioni telefoniche e sopralluoghi, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Asti, ha permesso di svelare la costituzione e cessione di ulteriori e più cospicui crediti di imposta sospettati di falsità.
Il sistema: 37 persone e 68 società coinvolte
Gli accertamenti hanno rivelato i tratti di una truffa, ordita da una compagine in parte radicata ad Asti e con proiezioni principali in Campania e Veneto, che vede coinvolte 37 persone e 68 tra ditte e società. Il sodalizio farebbe capo a 17 persone, cittadini albanesi e italiani, dediti alla commissione, nel periodo 2021 – 2022, di una serie di frodi, riciclaggio, auto-riciclaggio e reati tributari; in che modo? Secondo le indagini, partendo dall’emissione di false fatturazioni per decine di milioni di euro, utilizzate non solo per documentare al fisco lavori edili mai realizzati, ma anche per riciclare proventi dell’illecita attività.
Il maxi sequestro e i provvedimenti a carico degli indagati in tutta Italia (anche nel Lazio)
I Militari della Guardia di Finanza di Asti ieri hanno così avviato l’esecuzione – insieme ai colleghi di Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Puglia, Toscana, Trentino Alto Adige e Veneto – di una Ordinanza di custodia cautelare del Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Asti, nei confronti di 10 persone, per reati di associazione a delinquere, truffa nei confronti di Enti Pubblici, riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. In corso nel contempo l’esecuzione di un decreto di sequestro, anche per equivalente, ai fini della confisca, di crediti fiscali, profitti illeciti, immobili e altre disponibilità per oltre un miliardo e mezzo. Circa 73 le perquisizioni in corso in 18 province, con l’impiego di 150 finanzieri.
I fittizi crediti fiscali con la compiacenza di un commercialista
Questa enorme quantità di crediti fiscali, per 1,5 MLD, sarebbe stata generata solo sulla carta, innanzitutto grazie all’opera di un commercialista con studio al Vomero, Napoli, e a un suo stretto collaboratore, cittadino albanese, con studio a Schio (VI). Utilizzando partite Iva intestate perlopiù a prestanome, gli attori inserivano nei cassetti fiscali dell’Agenzia delle Entrate dati ritenuti non veritieri. I crediti di imposta, così creati dal nulla sulla piattaforma digitale, solo in parte però sono stati ceduti a terzi, per quanto sinora tracciato dalle indagini, e di questi una porzione monetizzata e trasferita all’estero. Le indagini proseguono per esaminare la documentazione acquisita nel corso delle perquisizioni, tuttora in corso, e per ricostruire i passaggi di denaro relativi ai crediti d’imposta ritenuti inesistenti, già oggetto di cessione/monetizzazione, anche attivando i canali di cooperazione internazionale.
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