Matteo Garrone in lizza tra le 24 opere candidate al Golden Globes. Il suo “Io capitano” ha conquistato tutti. Storia di un successo.
L’Italia arriva ai Golden Globes con Matteo Garrone. Il regista romano conquista tutti con “Io capitano”, girato che si merita la massima onorificenza per la Miglior Regia a Venezia. Quel che è andato in scena durante la Mostra del Cinema sembrava già preannunciare un successo mondiale. Infatti l’opera di Garrone figura anche tra i candidati al Golden Globe come film non inglese. Una premesse tutt’altro che di poco conto.
La considerazione di questi concorsi e premi è tale perchè segna un biglietto da visita per quella che potrebbe essere una passerella più grande: gli Oscar. Le statuette che simboleggiano il cinema mondiale partendo dall’America sono il sogno di tutti. Sorrentino ce l’ha fatta una volta: “La grande bellezza” si aggiudicò l’Oscar per il Miglior Film straniero nel lontano 2014. Prima ancora è toccato a Roberto Benigni con il film “La vita è bella”. Correva l’anno 1999.
Garrone ai Golden Globes: Roma Capitale del Cinema
In quell’occasione vinse anche la statuetta in qualità di Miglior Attore. Senza dimenticare Gabriele Salvadores che, nel 1992, vinse il Premio Oscar con il celebre film “Mediterraneo”. Ritenuto ancora oggi un vero e proprio spaccato di vita e ritratto di tempi che non sembrano essere poi così lontani. Lo stesso potrebbe dirsi dell’ultimo film di Garrone: “Io capitano” è una storia di riscatto. A dare l’idea al regista romano è la parabola di Mamadou Kouassi, mediatore culturale e attivista, che nel 2001 è stato costretto a scappare in Ghana a causa della guerra civile che stava scoppiando nel suo Paese.
Al termine di anni durissimi, culminati anche con 40 giorni di prigionia, nel 2007 arriva in Italia passando da Lampedusa. Una volta arrivato nello Stivale ha fatto tutto il percorso che sono costretti ad affrontare tanti altri esseri umani per trovare il loro posto nel mondo: dal lavoro nei campi allo sfruttamento, fino al riscatto sociale. L’opera racconta tutto questo e fa riflettere sulle condizioni di chi non si è scelto un destino così contorto, ma è costretto ugualmente ad affrontarlo sperando in una via d’uscita. Questo ha fatto emozionare la commissione dei Golden Globes che lo attende a braccia aperte. In molti sentono odore di Oscar, ma Garrone predica calma.
Il regista romano si gode il suo momento d’oro: un successo, per certi versi, anche della Capitale che – al netto di tutto – torna ad avere esponenti di tutto rispetto nella settima arte. Proprio come ai tempi della Dolce Vita. Da Fellini a Garrone, passando per Paola Cortellesi. La Città Eterna resta senza tempo anche sul grande schermo.