“Reg.Lazio-Egregio *** il suo appuntamento (n.***) per la seconda somministrazione con vaccino ASTRAZENECA può essere anticipato, se lo desidera, fino al 56° giorno dalla prima somministrazione, sempre con vaccino ASTRAZENECA. Per confermare risponda “VACC1007” da questo cellulare entro e non oltre 24h dalla ricezione del presente messaggio. Nel caso di conferma riceverà un SMS con il nuovo appuntamento entro pochi giorni. In caso di non risposta rimarrà valido l’appuntamento in essere. La ringraziamo per la disponibilità”. Questo è il testo del messaggio che ieri sera la Regione Lazio ha inviato alle persone che si sono già sottoposte alla prima dose del vaccino AstraZeneca. “E’ in corso l’invio degli sms per le anticipazioni del vaccino AstraZeneca rivolto alla fascia d’età Under 60: chi lo desidera può anticipare la seconda dose secondo le indicazioni ministeriali”, fa sapere la Regione. E l’adesione, complice il fatto che molti necessitano del passaporto vaccinale definitivo, è stata decisamente alta, tanto da mandare in tilt il sistema e da far decidere di prolungare “l’ultimatum”. “E’ stata ampliata a 48 ore la possibilità di dare conferma dell’anticipo della vaccinazione. In 8mila hanno già confermato l’anticipazione della seconda dose al 56esimo giorno dalla prima dose”, si legge infatti oggi sulla pagina di “Salute Lazio”.
Messaggio inviato venerdì sera: tempo di risposta 24 ore, prolungate a 48
Ma è normale che un messaggio di invito ad anticipare la dose venga inviato di venerdì sera, quando i medici di base, che ben conoscono i loro pazienti, hanno ormai lasciato gli studi per l’intero weekend, dando al paziente un lasso di tempo per decidere inferiore a quello di riapertura degli studi medici (e quindi di eventuale consultazione con il proprio dottore)? E, soprattutto, viste le controindicazioni che il vaccino AstraZeneca ha sui soggetti di età inferiore ai 60 anni, perché inviare il messaggio indistintamente, anche ai ragazzi di 20 anni o poco più, che hanno fatto la prima dose nel corso degli open day e che adesso dovrebbero fare la seconda dose con un altro tipo di vaccino? Nel messaggio si legge chiaramente che, rispondendo di sì, si accetta di fare AstraZeneca anche nella seconda dose, quindi ci si assume il rischio delle conseguenze. E se ci saranno altri morti o altre trombosi che porteranno conseguenze serie, come la metteremo? Qual è il senso di questo “messaggio del venerdì sera”, in un momento in cui le persone, magari prese da tutt’altri pensieri, non valutano bene i possibili rischi di rifare AstraZeneca, data la loro giovane età? Eppure, proprio sul sito del Ministero della Salute, nella sezione delle Faq si legge questo:
AstraZeneca agli under 60: il Ministero della Salute lo sconsiglia
Il Ministero della Salute, con circolare 11 giugno 2021, ha trasmesso il parere del Comitatto tecnico scientifico in relazione alle indicazioni del vaccino Vaxzevria di AstraZeneca. Secondo il parere del CTS, il vaccino Vaxzevria viene somministrato solo a persone di età uguale o superiore ai 60 anni (ciclo completo). Per persone di età inferiore ai 60 anni, che hanno già ricevuto una prima dose del vaccino Vaxzevria, è raccomandato di completare il ciclo vaccinale con una dose di vaccino a mRNA (Comirnaty o Moderna), da somministrare a una distanza di 8-12 settimane dalla prima dose . Alla persona di età inferiore ai 60 anni che, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino Vaxzevria, pur a fronte di documentata e accurata informazione fornita dal medico vaccinatore o dagli operatori del centro vaccinale sui rischi di VITT(Vaccine-inducted thrombotic thrombocytopenia – Sindrome trombocitopenica indotta da vaccino) nella sua fascia di età, rifiuta senza possibilità di convincimento la seconda dose con vaccino a mRNA, dopo acquisizione di adeguato consenso informato, può essere somministrata la seconda dose di Vaxzevria (circolare 18 giugno 2021). Dove sta l’informazione, al contrario, nel messaggio inviato della Regione? La Regione Lazio probabilmente in questa corsa al vaccino dovrebbe tutelare maggiormente i soggetti deboli e fornire tutte le adeguate informazioni e non far sentire “alle strette” chi lo riceve.