Pia, mamma di Luca, si è lasciata andare ad uno sfogo di rabbia e dolore reso pubblico con un post sulla pagina Facebook “Vorreiprendereiltreno“, la Onlus che combatte per sensibilizzare alla disabilità.
I Fatti
Pia è la mamma di Luca, un bambino di 9 anni che non può camminare perché affetto da distrofia muscolare. Un bimbo che nonostante la sua patologia riesce a condurre una vita normale: va a scuola, ha tanti amici, esce, va al cinema – scrive la donna. Un bambino che, però, si è sentito escluso da chi invece dovrebbe rappresentare l’accoglienza e l’inclusione: un parroco.
“Oggi eravamo pronti per iniziare le lezioni di catechismo e ci siamo quindi presentati in parrocchia, a Roma, per l’iscrizione ai corsi. Ma, con nostro grande sgomento, il sacerdote invece di accoglierci come tutti gli altri, ci ha letteralmente buttati fuori“.
“Il sacerdote ci ha chiaramente detto, utilizzando un linguaggio offensivo, che Luca non poteva iscriversi in quanto disabile e ciò avrebbe comportato per loro una responsabilità che non potevano assumersi” – parole che toccano, che lasciano il segno, che fanno soffrire ancor più perché dette, stando a quanto sostiene Pia, da un uomo di Chiesa, che non dovrebbe fare differenze e che dovrebbe accogliere tutti, far sentire a casa. E invece, la donna si è dovuta sentir dire che “la Chiesa non è un centro di riabilitazione, né un parcheggio per bambini con disabilità, per le mamme che cercano un’ora di svago“.
Una storia che stando a quanto raccontato indigna e lascia stupefatti. Mortifica e ferisce ancor più perché un’azione compiuta da “chi dell’accoglienza e inclusione dovrebbe farne una missione”. “Vorrei solo che si sappia che ci sono purtroppo in giro anche preti che indossano una tonaca senza avere un’anima” – conclude Pia.
(Foto dalla pagina Facebook Vorreiprendereiltreno)