I trattori sono in viaggio verso Roma. Alle 13.00 comincia la manifestazione degli agricoltori per chiedere una politica diversa.
Un cambio di passo, loro cominciano a farlo su strada. Le istituzioni cercheranno di compierlo altrove, ma si tratta in primis di ascoltare. Chiarire e parlare. La protesta degli agricoltori va avanti da settimane. Diverse mobilitazioni si sono succedute in varie parti d’Italia. La questione è arrivata persino al Teatro Ariston fra le polemiche.
Il punto è uno solo: le logiche attuali della politica agricola non convincono i Comitati Agricoli Riuniti. Calvani ha chiesto un tavolo di confronto per rimodulare regole, “contratti” e costi. La situazione è piuttosto tesa, perchè il problema è legato anche alle importazioni. Calvani ha detto che si tratta di “concorrenza sleale” nel momento in cui i beni agricoli che vengono importati da fuori si lasciano arrivare da Paesi con una regolamentazione diversa da quella italiana.
La voce degli agricoltori
L’aspetto non è di bandiera, ma di competenza. Se si lasciano passare merci con regolamentazioni diverse, secondo Calvani, si inquina il mercato della coltivazione. Ecco spiegata la concorrenza sleale secondo il leader della protesta, ma gli agricoltori hanno diverse voci e non è un unico movimento.
Per questo la protesta ha fatto e continua a fare rumore. Ci sono altri aspetti da risolvere e in molti sperano di farlo nelle prossime settimane. Intanto oggi a Roma sono previsti due presidi: uno al Circo Massimo e l’altro al Colosseo. Le autorità erano state avvisate per tempo riguardo alla mobilitazione che sta facendo molto rumore anche a mezzo stampa: “Invadiamo Roma e che Dio ci benedica”, dichiarano i manifestanti.
In piazza a Roma: Colosseo e Circo Massimo nel mirino
Un “braccio di ferro” con le istituzioni che non accenna a fermarsi nel breve periodo. In molti hanno già assicurato che non si tratta di una “gita”: Roma sarà la prima di tante tappe, in attesa di risposte. Le autorità sono chiamate ad evitare frizioni, sia sul piano del dialogo che degli accordi.
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Altrimenti l’intero comparto potrebbe assumere atteggiamenti ancor più netti in una diatriba ricca di sfumature in cui, però, prevale una parola: “Considerazione”. Gli agricoltori si sentono ai margini dell’economia, confini che secondo molti vanno rimodulati. Solo in piazza, stando alle parole dei rappresentanti delle sigle in mobilitazione, per poi arrivare a un tavolo di Governo, è possibile decidere come.