Patto (seppur temporaneo) tra gli ultrà della Roma e quelli della Stella Rossa di Belgrado. Quando di mezzo ci sono i morti, anche le frange più violente delle tifoserie sembrano fare un passo indietro e “deporre le armi“. E la restituzione dello striscione “Brigata Roberto Rulli” da parte dei tifosi serbi a quelli romanisti è un segno di distensione che si spera possa durare.
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Dall’agguato del 4 febbraio alla restituzione dello striscione
Ma cosa è successo e perché questo famigerato striscione era così importante? Andiamo con ordine. Lo scorso 4 febbraio, durante un agguato dei tifosi della Stella Rossa a piazza Mancini contro quelli della Roma, alcuni ultrà serbi rubarono un borsone ai Fedayn (storico gruppo di tifosi romanisti). Dentro questo borsone c’erano moltissimi degli striscioni esposti in Curva Sud allo Stadio Olimpico durante le partite casalinghe della Roma, tra cui uno con la scritta ‘Brigata Roberto Rulli’.
Un vero e proprio assalto che nelle settimane successive portò a un crescendo di tensione tra le tifoserie. Ad alimentare il tutto, poi, un episodio avvenuto il 18 febbraio: durante Stella Rossa-Cukaricki, partita valida per il campionato di calcio serbo, alcuni ultrà della Stella Rossa esposero e bruciarono lo storico striscione dei ‘Fedayn’ (capovolto) accompagnando il gesto da un messaggio: “Avete scelto le amicizie sbagliate“.
Il passo indietro degli ultrà della Stella Rossa
Nei mesi successivi la tensione è rimasta altissima tra le due tifoserie, ma non si sono fortunatamente verificati episodi di violenza o intimidatori. E addirittura qualche giorno fa è arrivato il gesto distensivo: lo striscione – che da oltre 30 anni viene issato al centro della Curva Sud, in memoria del fondatore dei Fedayn, morto nel 1990 – è ritornato ai legittimi proprietari. E nonostante lo strappo sia difficilmente ricucibile e l’odio di fatto rimanga, un segnale di distensione in un ambiente come quello delle tifoserie può far solo che bene.