Giubileo, l’Anno Santo si avvicina inesorabilmente. Il Comune di Roma, però, teme l’effetto boomerang: i ritardi sono un fattore da evitare.
32 milioni di pellegrini a Roma, attesi per il 2025, anno del Giubileo. L’Anno Santo si sta avvicinando a grandi falcate e aumentano le paure. Non è solo “ansia da prestazione” perchè il Vaticano è una finestra sul mondo della cristianità, ma anche per via delle aspettative su un evento a cui mancano 500 giorni, ma già fa discutere. Il motivo delle polemiche è il cronometro che scorre e segna inesorabili ritardi. 24 gennaio 2025, questa è la data da segnare in rosso con il calendario perchè Roma diventerà cosmopolita più di quanto già non sia e la Città del Vaticano (culla del Cattolicesimo) accoglierà davvero il mondo dei fedeli per un evento che sembra già essere senza confini.
Impossibile dire senza precedenti, ma conserverà comunque una dose considerevole di curiosità e stupore. Le sorprese, però, al momento sembrano essere negative perchè la Capitale potrebbe non essere pronta. O meglio: indietro sulla tabella di marcia. 180 sono le opere garantite in occasione dell’Anno Santo, ma i lavori procedono a rilento. Gli appalti pubblici – in più di un’occasione – sono in forte ritardo e alcuni progetti rischiano di vedere la luce una volta che l’Anno Santo è terminato.
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Giubileo, scatta la corsa contro il tempo: le “paure” del Comune
Troppo tardi. Il rischio è quello di trovare difficoltà con i tecnici a causa della saturazione del mercato. In altre parole: la corsa contro il tempo sta rallentando la macchina organizzativa per via dei contratti sotto soglia che non sempre agevolano gli sviluppi di un progetto. Solo che stavolta i progetti sono molteplici e tempo non sembrerebbe esserci. Nemmeno con l’aiuto (che arriverà) dei soldi del PNRR. Le risorse ci sarebbero, ma le tempistiche sembrano ancora in alto mare. Nella fattispecie il potenziamento dei trasporti su ferro è l’aspetto più critico: le linee tram previste dovrebbero essere 4, nessuna delle quali – a questo ritmo – potrà essere pronta per l’inizio dell’anno giubilare.
Poi c’è il problema dei cantieri: dal centro di Castel Sant’Angelo alla periferia di Tor Vergata bisognerebbe agire e aprire zone di lavoro che andrebbero chiuse successivamente. Sempre entro il 2025. Nel frattempo la convivenza con i disagi fra residenti e turisti (che continuano comunque ad arrivare) resta una variabile “impazzita” da calcolare nel computo degli imprevisti.
Le paure del Comune sono fondate: Meloni aspetta al varco Gualtieri, i “super poteri” dati al commissario straordinario gli ha tolto ogni tipo di alibi. Intanto c’è lo spettro di Expo 2030. Motivo in più per cui l’Anno Giubilare è un banco di prova non soltanto per la cristianità. In ballo c’è anche una sostenibilità politica ed economica. Un ampio respiro con cui occorre convivere, ma più di qualcuno sembra avere il “fiato corto”.