Il padre di Giulia Cecchettin – la 22enne di Vigonovo uccisa dall’ex fidanzato, Filippo Turetta – ha partecipato all’iniziativa Obiettivo 5 all’università La Sapienza di Roma.
In questa occasione ha presentato il libro scritto in ricordo della figlia barbaramente uccisa e ha rivolto un pensiero ai genitori di Filippo Turetta, attualmente detenuto in carcere con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere.
Gino Cecchettin alla Sapienza di Roma
Un applauso lungo e caloroso, che ha faticato a chiudersi, quello con cui è stato accolto questa mattina, nell’Aula Magna dell’università La Sapienza di Roma, Gino Cecchettin, padre di Giulia, la 22enne uccisa nel novembre dello scorso anno a Vigonovo, provincia di Padova, dall’ex fidanzato, Filippo Turetta. Il papà di Giulia ha preso parte all’iniziativa Obiettivo 5 che si sta tenendo in queste ore nella Facoltà capitolina. Gino Cecchettin ha presentato il libro scritto in memoria della figlia “Cara Giulia” e ha raccontato cosa lo abbia spinto a mettere – nero su bianco – la storia della sua secondogenita.
“Giulia era fantastica. Ho scritto questo libro perché volevo che restasse memoria di lei” ha detto il papà agli studenti che lo hanno ascoltato e applaudito. Il suo racconto ha ripercorso la quotidianità della sua “bambina”, passando per il patriarcato e le parole dell’altra figlia, Elena, duramente criticata per alcuni post sui social che menzionavano una cultura retrograda e legata al maschilismo e all’assoggettamento della donna.
“Da Giulia e da Elena ho imparato tanto” – ha continuato Gino Cecchettin – che ha ricordato anche la moglie Monica, prematuramente scomparsa a causa di una malattia.
Le parole per i genitori di Filippo Turetta
Il papà di Giulia non ha mancato di rivolgere un pensiero anche ai genitori di Filippo Turetta. «Mi sono immedesimato nei genitori di Filippo molte volte: darei loro un abbraccio; non li posso giudicare, stanno vivendo un dramma più grande del mio. Io cercherò di tornare a sorridere, ci sono già riuscito ho amici e figli fantastici; loro faranno più fatica saranno sempre i genitori di un omicida. Hanno tutta la mia comprensione» ha detto Gino Cecchettin.
Giulia Cecchettin era una studentessa – ormai prossima alla Laurea – della facoltà di Ingegneria Biomedica di Padova. Tra i banchi dell’Università aveva conosciuto Filippo Turetta, con cui aveva avuto una relazione, durata circa un anno, e conclusasi nell’agosto del 2023 per volontà della ragazza. Nonostante questo, i due continuavano a vedersi e a sentirsi, perché Turetta più volte le aveva confidato di non riuscire a stare senza di lei. Anche la sera dell’omicidio, l’11 novembre 2023, Giulia e Filippo avevano consumato un panino insieme in un centro commerciale. Da quella sera in poi dei due ragazzi non si ebbero più notizie. Il giorno seguente il papà di Giulia sporse denuncia di scomparsa. Una telecamera mostrò l’aggressione messa in atto da Turetta nel parcheggio di un calzaturificio di Fossò, che poi caricò il corpo esanime della ragazza nel bagagliaio dell’auto.
L’auto del 22enne venne segnalata più volte nel corso dei giorni, anche oltre confine, fino a che – il 18 novembre – non venne rinvenuto il corpo di Giulia nei pressi del lago di Barcis. Qualche ora dopo, Turetta venne fermato e arrestato in Germania, dove era fuggito dopo l’omicidio. Attualmente il 22enne è detenuto presso il carcere di Verona.