Corruzione aggravata, turbata libertà degli incanti, subappalti illeciti e induzione indebita. Queste le accuse delle quali dovranno rispondere, a vario titolo, una decina tra dirigenti e funzionari di Poste Italiane. Al centro dell’indagine, adesso chiusa, ci sarebbero degli appalti milionari, nella fattispecie le gare finite al vaglio degli investigatori sarebbero due, nonché la presenza di gare pilotate. A riportare la notizia è Repubblica.
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Gli appalti milionari e le indagini
La tesi portata avanti dai pubblici ministeri e della Guardia di Finanza vede, per l’appunto, la presenza di appalti milionari “per la fornitura di servizi specialistici e l’evoluzione dei servizi integrati”, nonché incontri tra i dirigenti della società finita al centro della vicenda e quelli di Poste. Incontri che avevano come obiettivo quello di di “discutere dell’andamento della gara”. Ma non solo. Al centro della vicenda anche il possibile, presunto, pagamento di mazzette sottoforma di assunzioni. Pratiche che concretamente, si traducevano nell’assunzione di personale vicino ad alcuni funzionari dell’azienda e che, alla luce di ciò, sono adesso finiti al centro dell’indagine.
I regali e le assunzioni pilotate
Assunzioni pilotate ed anche regali, questo il modus operandi che è emerso a seguito dei controlli. Inoltre, gli appalti milionari finiti al centro della vicenda sarebbero due. Il primo da 23 milioni e poi, ce ne sarebbe poi un secondo da 42 milioni. Anche in questo caso le modalità erano le medesime di quelle pocanzi viste: veicolare informazioni di rilievo in cambio di assunzioni di persone care, parenti compresi, e senza che quest’ultimi lavorassero nemmeno un giorno. E poi, ancora, la presenza di bonifici sospetti per favorire la società. La vicenda appare decisamente complessa e delicata. Tanti gli aspetti che andranno adesso considerati e che, ad ogni modo, mettono in evidenza un collaudato scambio di favori.