Che sia un atto propedeutico a una successiva sfiducia, sono in molti a dirlo. Nel pieno di una nuova emergenza rifiuti estivi che pare ormai un appuntamento fisso per i romani, Daniele Pace, Presidente di Ama, entra in scena a colpi di pugni sulla scrivania. Il dirigente della municipalizzata in mattinata ha modificato l’ordine del giorno per il prossimo consiglio di amministrazione, convocato per il prossimo 18 luglio. Nel mirino Andrea Bossola, il Direttore Generale, a cui il numero uno dell’azienda chiederà un dettagliato report sulla situazione e sulle nuove criticità. Quelle che, in particolare, hanno generato l’ennesimo rischio sanitario nella Capitale.
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I punti critici di Ama. Il nodo stavolta riguarda i mezzi e l’organizzazione
L’anno scorso le problematiche, come molti ricordano, erano imperniato su impianti di smaltimento e discariche. Ora non sono un problema, ma la questione pare sia interna alla controllata. Ed è basata prima di tutto sui mezzi operativi. Pare che questi siano solamente 15 a fronte di una disponibilità di 50. Poi c’è la tenuta del servizio di raccolta delle immondizie. È per questo che sia Pace che il sindaco Gualtieri pretendono risposte da Bossola. Se ne discuterà al prossimo cda, dopo il dg dovrà rispondere in ordine ai motivi per cui il servizio è andato in tilt. Ancora, dovrà dare spiegazioni sul perché il nuovo servizio per unità non domestiche (bar, ristoranti, hotel) non abbia migliorato la situazione. E, a naso, molto altro.
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Grane in vista per Andrea Bossola
Il dg, banalmente, rischia il posto. La sua posizione scotta, anche in considerazione dell’ultima discutibile uscita sull’ordine di servizio di qualche giorno fa. Nel documento Bossola invitava i netturbini a muoversi almeno in coppia, al fine di tutelarsi a vicenda in caso di malori dettati dal caldo. Ciò però dimezza un servizio già carente su tutti i fronti. Sotto la lente d’ingrandimento anche i flop delle ultime gare d’appalto. Quattro sentenze del Tar hanno annullato quella per l’acquisto di 150 camion compattatori, risalente al 2019. Ci sono poi procedure attive su cestini e altri mezzi, che per ora hanno portato ad un nulla di fatto.