Emanuela Orlandi, torna a parlare il fratello Pietro. Altra stoccata ai servizi segreti per una vicenda che non trova pace.
Emanuela Orlandi, non si arrende il fratello Pietro. Il caso della giovane scomparsa 40 anni fa è ancora un rebus, ma le dinamiche si sono arricchite di ulteriori tasselli: l’uomo si batte per riaprire le indagini e in parte ci sta anche riuscendo perchè – grazie a documentari e ulteriori testimonianze – sta emergendo come nella vicenda Orlandi ci siano ancora profonde tracce di incompiutezza.
Il riferimento alla stretta attualità Pietro Orlandi lo trova grazie alle confessioni dell’ex Premier Amato su Ustica: riflessioni tardive secondo l’uomo che, però, approfitta della situazione per chiedere l’apertura di una commissione parlamentare sulla vicenda Orlandi. “Non si può lasciare tutto a metà”. Gli appelli si sono susseguiti, prima in Vaticano, poi ai politici.
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Emanuela Orlandi, il fratello chiama i servizi segreti: “Consegnate tutto”
Una situazione incresciosa che Pietro si è caricato per 40 anni sulle spalle, al solo scopo di trovare la verità. Tempo è passato dalle perquisizioni alla Basilica di Sant’Apollinare. Di Emanuela nessuna traccia. Ora l’appello ai servizi segreti: “Consegnate i fascicoli”, chiede Pietro. Ma c’è ancora tanto da fare. Questo reiterato appello conserva tutta la forza di una persona disposta a non arrendersi, passano gli anni ma non la voglia di capire. Emanuela Orlandi è scomparsa, ma c’è dell’altro.
Altro che deve necessariamente venir fuori dopo troppi anni di reticenza che non hanno affievolito la sete di giustizia dei propri cari: Andrea Purgatori fu tra i primi a occuparsene anche con un documentario di recente uscita su Netflix. Vatican Girl, il titolo. Segno che all’ombra del Vaticano la questione è tutt’altro che chiusa.