Il giallo su Emanuela Orlandi si infittisce sempre più. Tre faldoni top secret del Sismi che riguardano Emanuela e Mirella Gregori sono scomparsi. I servizi segreti militari, il Sismi, avevano svolto indagini sulla scomparsa della 15enne romana di cui si sono perse le tracce il 22 giugno del 1983. Indagini che avevano portato alla redazione di documenti importanti che sarebbero stati acquisiti dalla Procura, ma che non risultano negli atti di indagini.
Paolo Orlandi cerca risposte
Ma il fratello di Emanuela, Paolo Orlandi che porta avanti la sua battaglia per la verità su quanto accaduto alla sorella, è convinto che quei documenti esistano, anche se risulterebbe strano come si siano perse loro tracce da quando nel 1993 furono acquisiti dal giudice istruttore, Angela Rando. A tornare a parlare di una delle vicende italiane più intricate è stata La Repubblica che sottolinea come il Sismi oggi non esista più, sostituito dall’Aise.
Di quei faldoni, però si è tornato a parlare il 16 settembre del 1993, quando ci fu l’attentato a Papa Wojtyla. In quella circostanza il giudice Rosario Priore acquisisce documentazione dai servizi militari e tra gli altri documenti spuntano anche quelli relativi a Emanuela e Mirella. Questi atti però non vengono presi dagli investigatori, anzi sembra che siano stati riposti in una stanza nel Sismi a disposizione del magistrato. A seguito della richiesta di un alto funzionario del Sismi i Carabinieri comunicano al pubblico ministero inquirente che quei documenti “rivestono carattere di riservatezza e devono pertanto essere considerati soggetti al vincolo della vietata divulgazione, in particolare per quanto riguarda i rapporti con taluni servizi esteri collegati”.
La famiglia di Emanuela vuole leggere quei documenti
Oggi la famiglia di Emanuela vuole che questa documentazione venga fuori, vuole conoscerne il contenuto e Paolo Orlandi in particolare sottolinea: “Ci sono tutti gli elementi per un’inchiesta parlamentare, anche se si tratta di una cittadina vaticana. Gli apparati di sicurezza italiani, nella ricerca di mia sorella, sono sempre stati coinvolti. Oggi scopriamo che anche il Sismi si era occupato di lei. Lancio l’ennesimo appello: chi sa parli”.
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