Le prove generali dell’omicidio di Diabolik, alias Fabrizio Piscitelli, esattamente 24 ore prima della sua morte. Un appuntamento-esca che sarebbe stato studiato ad arte soltanto per preparare al meglio ‘l’esecuzione’ dell’ex capo ultrà della Lazio. Per ridurre al minimo ogni margine di errore. Poi, l’indomani, il colpo fatale alla nuca che gli spezzerà la vita. Aprendo così la faida nella criminalità organizzata della Capitale.
L’omicidio di Diabolik “provato” il giorno prima della sua morte
Il 6 agosto 2019, ossia un giorno prima della sua morte, Diabolik era già stato al Parco degli Acquedotti, come del resto aveva fatto altre volte in passato. Quel giorno però avrebbe dovuto incontrare una persona che poi non si sarebbe presentata; secondo quanto riportato da Il Messaggero l’appuntamento era con un uomo, sospettato di essere tra i mandanti del suo omicidio, con il quale l’ex capo ultrà doveva rientrare, sembrerebbe, di un grosso debito di droga. Ma l’incontro salta e viene rinviato al giorno seguente. Il 7 agosto, seduto sulla stessa panchina sulla quale si era fermato 24 ore prima, un uomo mimetizzato da runner – che secondo la Procura di Roma è l’argentino Raul Esteban Calderon finito adesso a processo – si avvicina a Diabolik e apre il fuoco freddandolo. E adesso si pensa che l’incontro del giorno prima in realtà sia stato soltanto la “prova generale” dell’omicidio; un modo, in definitiva, per capire dove si sarebbe posizionato Piscitelli all’interno del Parco e studiarne le possibili contromosse.
Omicidio Diabolik, l’archiviazione per i tre presunti mandanti
Intanto nelle scorse ore è arrivata la notizia della richiesta di archiviazione sui presunti mandanti dell’omicidio per insufficienza di prove. Tre le figure che erano state individuate dagli investigatori, A.C., L.B. e G.M, che si sarebbero incontrate per eliminare un soggetto, Diabolik per l’appunto, che stava diventando troppo invadente sulla loro piazza di spaccio. Nella tesi iniziale dei magistrati, sarebbe stato proprio A.C., uno dei tre sopracitati, a fare da esca attirando Piscitelli verso il parco degli Acquedotti sia il giorno prima dell’omicidio che l’indomani. Una pista su cui gli inquirenti e gli investigatori hanno investito oltre 3 anni di ricerche, precisamente fino all’8 febbraio scorso, prima di arrendersi per non aver individuato sufficienti elementi indiziari.
Omicidio Diabolik, non ci sono sufficienti prove: ”Richiesta archiviazione per i mandanti”