Villa Ada è nel degrado più totale. Dopo il festival musicale “Womad” la situazione appare catastrofica. L’osservatorio Sherwood denuncia presenza di possibili liquami nell’area verde e fili elettrici senza protezioni anticaduta. Uno sfregio gravissimo ad una delle più importanti Ville storiche della capitale. Come è stato possibile permettere tutto ciò? I cittadini e associazioni sul piede di guerra. Presentati esposti alle istituzioni.
Area concerto nei liquami
All’interno di Villa Ada e più precisamente alla fine di Viale Federico II di Svevia, c’è un immenso prato dove famiglie con bambini e cani si divertivano ogni giorno. Ad oggi l’area sembra una palude. Dopo l’evento “Womad” infatti, i bagni chimici sono stati abbandonati per settimane nel verde. Complice la pioggia intensa l’area è diventata un laghetto. I liquami, denuncia l’Osservatorio Sherwood, sembra che abbiano pian piano invaso l’acqua inquinando inevitabilmente il terreno. A nulla sono valse le rimostranze dei cittadini alle istituzioni in quanto per diversi giorni la situazione è rimasta invariata. Solo pochi giorni fa sono stati rimossi i bagni chimici ma il parco versa in condizioni disastrose. I corvi tutt’ora bevono da queste acque e non è raro poi trovarne alcuni morti sul viale. “Non è concepibile permettere una cosa simile. Vorrei capire chi ha autorizzato un evento all’interno di un’area ricca di biodiversità”, tuona un runner. “Non posso di certo più portare i miei bambini nell’area in questione”, denuncia una mamma. “Siamo a Roma dove tutto è concesso senza un minimo di controllo”, segnala un assiduo frequentatore dell’area.
La denuncia dell’Osservatorio
Sul sito del “womad festival” non si può non notare in prima pagina uno slogan che ha lasciato tutti di stucco. “Il festival sarà una straordinaria occasione di divertimento, di incontro e di riflessione sulla salvaguardia ambientale, la ricchezza della diversità, la contaminazione tra le culture per la pace”. Sarebbe questo il rispetto della biodiversità? Dell’ambiente? Viviamo in un epoca dove si procede spediti verso un mondo green. Ztl, veicoli elettrici e poi nel concreto una Villa viene ridotta in queste condizioni. Dura la risposta dell’Osservatorio Sherwood da anni impegnato nel salvaguardare questa Villa. “Abbiamo inviato una segnalazione alla ASL Roma 1 affinché verifichi il presunto sversamento di liquami sui prati di Villa Ada. Abbiamo ripetuto più volte che i grandi eventi sono incompatibili con un parco plurivincolato.” Per non parlare poi della raccolta rifiuti con immense discariche vicino i piccoli secchioni immersi nel bosco. Per quanto concerne invece i fili elettrici anche questi stanno arrecando diversi problemi sia per la localizzazione che per la mancata protezione anticaduta. I fili infatti, disseminati ovunque intorno all’area adibita, passano vicini alle siepi di allori. Nessun tipo di protezione per i pedoni è stato apposto come testimonia il nostro reportage.
Rischio incendi e abbandono
Anche Villa Ada purtroppo deve fare i conti, come il resto della Capitale, con una situazione di mancati sfalci e abbandono. Nel giro di pochi giorni, grazie all’aiuto delle piogge, la vegetazione è cresciuta a dismisura. In alcuni tratti i viali sono scomparsi. “Riuscire a camminare qui diventa un’impresa. Rischi di inciampare nell’erba ovunque tra fili elettrici non segnalati e erba infestante“, denuncia Marina. Spostandosi poi nella parte alta di Villa Ada vicino Forte Antenne la situazione appare gravissima. I pini sono quasi tutti morti e la vegetazione raggiunge in alcuni punti oltre i 2 metri di altezza. I bordi strada sono completamente invasi dalla vegetazione e dagli alberi. In via di Ponte Salario poco prima dell’incrocio con Via di Forte Antenne un muro di alberi e siepi sta pian piano occupando la carreggiata. Inevitabili i disagi per chi percorre quel tratto. “Sono passato in macchina questa mattina. Tra buche, alberi e siepi andavo a 10 km/h circa. Ho rigato tutto lo specchietto e parte della portiera”, denuncia Valeria. Il rischio incendi in quest’area è altissimo e ogni giorno si vedono pattuglie della Protezione Civile controllare la zona. Il problema è riuscire a coprire tutta l’area fatta anche di zone impervie ed inaccessibili anche ai soccorsi.