Una banale vendetta. Questo rappresenta il gesto voluto da S.F. a luglio scorso che ha incaricato un esecutore, S.P., di incendiare l’auto della collega nel parcheggio del VI Municipio delle Torri. La vittima sarebbe stata ‘rea’ di aver bocciato una pratica di sanatoria della presunta mandante della ritorsione. Ad ogni modo entrambi, mandante ed esecutore, sono finiti recentemente in manette. Repubblica svela i messaggi whatsapp choc; noi vi sveliamo i dettagli che ci ha affidato una fonte anonima.
Scandalo al VI Municipio: la laurea che non c’è del minisindaco Nicola Franco
“Oggi ho fatto er mejo de me”
Questo il tenore dei messaggi whatsapp di S.F. ad un’altra collega, nei giorni dell’incendio della vettura. A svelarli è Repubblica. La presunta mandante è l’ormai ex funzionaria del VI Municipio. Le Torri è un territorio difficile, e ombre sono cadute anche rispetto a chi lo amministra. Sono di circa un anno fa, infatti, le esclusive su alcuni bandi di gara poco trasparenti e, soprattutto, sulla laurea dichiarata nel curriculum dal Presidente Nicola Franco. Laurea però mai conseguita. Senza parlare poi dell’esperienza legata al suo ex collaboratore Marco Doria: “Sono stato lasciato da solo“, ci ha spiegato all’epoca dopo l’episodio del proiettile recapitato presso viale Cambellotti e che in un primo momento si è lasciato inopinatamente pensare fosse diretto al minisindaco. “C’é del marcio in Danimarca“, diceva Marcellus nell’Amleto, e lo si è capito già più di un anno fa. Oggi qui l’amministrazione e tutto il territorio riprendono a tremare; sullo sfondo atti di violenza mafioseggiante, proprio da parte di chi dovrebbe dare l’esempio ai cittadini. “Questa brutta tr..a“, “Me sta proprio a cacà er c…o“. Questi i messaggi whatsapp mandati ad una amica dalla mandante dell’atto ritorsivo. La donna è particolarmente legata al Presidente Nicola Franco. Poi, ancora, il giorno del rogo: “Oggi ho fatto er mejo de me“. A lei si è arrivati grazie alle indagini su S.P., un pluripregiudicato di zona, scelto come esecutore materiale; gli ordini erano quelli di distruggere la Citroen C3 della vittima. Ma a tradirlo, dall’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza, è stata la sua riconoscibile deambulazione, i tatuaggi sulle braccia e altri frame che immortalano l’uomo scendere dalla sua auto presso un distributore di benzina e riempire una bottiglia. La stessa che è poi servita per il piano posto in essere insieme a S.F.
Roma. Minacce, intimidazioni e telecamere di sorveglianza sabotate, parla l’ex collaboratore sotto scorta Marco Doria: ‘Sono stato lasciato solo’
La donna era persona di fiducia di Nicola Franco
Una fonte anonima molto autorevole ci ha contattato per raccontarci ulteriori dettagli. “S.F. era la segretaria verbalizzante del Comitato per l’Ordine per la Sicurezza del VI Municipio. Fidata di Nicola Franco, era a conoscenza di tutte le informazioni, anche quelle più sensibili che provenivano dal tavolo“, ci spiegano. Aggiungendo che: “Aveva a disposizione informazioni riservate, come sgomberi, azioni di polizia e tutte l indicazioni che dà solitamente il Prefetto al fine di operare sul territorio”. In buona sostanza “la donna avrebbe potuto usare queste informazioni e dati sensibili per interessi personali. Invece era tra le persone più fidate del minisindaco e di Romano Amato“.