Roma. Pare che Sayanbull (Alex Refice) e i suoi tre amici siano stati rinviati a giudizio. Pare che non ci sia alcun crimine da gangster e neanche la minima evidenza delle azioni che narra nei suoi pezzi. La cosa sembrerebbe essere molto più semplice, sebbene comunque molto violenta: i quattro ragazzi si sarebbero accaniti contro altri cantanti in una specie di faida.
Le violenze contro un ragazzo straniero e gli insulti
Poi, in due avrebbero preso di mira un ragazzo Bangladesh picchiandolo e umiliandolo. Questa la ricostruzione dei fatti al momento, seguendo le orme de La Repubblica, fatti che nel novembre 2020 avevano portato all’arresto degli imputati. Adesso, però, dovranno affrontare un processo penale.
Leggi anche: Roma, prima dà un pugno all’autista, poi rompe il vetro con una pietra: un’altra aggressione nella notte
Chi sono i 4 trapper che avevano picchiato anche i ”colleghi”
Sono Manuel Parrini, Tiziano Barilotti, Alex Refice e Omar Nguale. La lista dei nomi che la procura ha accusato, a seconda delle posizioni, di sequestro di persona, violenza privata e propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale. La violenta vicenda è venuta allo scoperto grazie a Fedez, che rivolto l’attenzione mediatica su di un video in rete particolarmente violento. Da lì, poi, le indagini si sono ampliate.
Le botte in strada, poi filmano tutto
Da tempo, infatti, la Digos era sulle tracce dei trapper. Qualche tempo fa, infatti, avevano fatto irruzione nello studio di registrazione dove i “colleghi” Gallagher, Ski e Wok stavano incidendo. In quell’occasione li hanno sequestrati, picchiati e costretto le vittime ad inginocchiarsi per un’ora, mentre sulle loro teste veniva versato del detergente. Senza contare gli insulti. Dopo appena 22 giorni, poi, era avvenuta la violenza nei confronti del ragazzo del Bangladesh. Botte e detergente, ancora una volta, sul volto, mentre continuavano a volare gli insulti e a riprendere la scena. Poi le indagini approfondite, le testimonianze e, infine, gli arresti e i domiciliari. Ora c’è solamente il banco degli imputati davanti a loro.