E’ stato sostituito questa mattina, a Roma, l’Albero di Natale di piazza San Pietro. L’arbusto, posizionato davanti la Basilica, aveva suscitato polemiche, poiché doveva essere prelevato da un’area naturale e oltretutto protetta dalla Regione Abruzzo. Una situazione che aveva creato indignazione tra i cittadini capitolini, tanto che alcune realtà ambientaliste erano addirittura arrivate a scrivere a Papa Francesco per chiedere una risoluzione della problematica.
La sostituzione dell’Albero di Natale a Roma
La sostituzione dell’albero è avvenuta quest’oggi, giovedì 17 novembre, nelle ore della mattinata. Per ornare la grandissima piazza San Pietro, si è scelto un abete bianco di 62 anni, alto 26 metri e anch’esso proveniente dal territorio abruzzese. Come detto, il vecchio Albero di Natale doveva arrivare sempre dal territorio dell’Abruzzo, ma questa volta prelevato da un’area naturale e oltretutto protetta. Visto come il caso aveva generato da subito polemiche, culminate con una lettera al Santo Padre, si è deciso di sostituire l’arbusto natalizio.
La questione attorno all’albero di piazza San Pietro, è stata affrontata da Emanuele Imprudente, Vicepresidente della Regione Abruzzo e delegato ai Parchi e le Riserve: “Nessun albero sarà prelevato per tale scopo da ambienti naturali. La Regione Abruzzo è intervenuta in collaborazione con il Comune di Rosello, quello di Palena (Chieti) e i carabinieri forestali del nucleo biodiversità di Castel di Sangro (L’Aquila) e ha disposto il prelievo all’interno del vivaio forestale regionale di Palena”.
Ha proseguito il Vice Governatore: “Grazie all’opera del Servizio foreste e parchi regionale, che ringrazio per la tempestività di azione, l’esemplare di abete, unitamente a 40 piante in vaso, che saranno anch’esse donate alla Città del Vaticano, provengono tutte da attività di coltivazione. Il prelievo dell’esemplare si è ritenuto necessario a causa delle raggiunte dimensioni e della vicinanza a fabbricati e viabilità che ne rendevano non più compatibile la presenza per motivi di pubblica e privata incolumità”.