Accusati a vario titolo di truffa e simulazione di reato dalla Procura di Roma due uomini – V., C., e A., W., – che avrebbero offerto ad un imprenditore del lusso la possibilità di farlo entrare in prestigiosi posti di lavoro grazie allo loro conoscenze. In cambio chiedevano del denaro che sarebbe stato necessario affinché la procedura potesse andare a buon fine. Il tutto si è poi rivelato falso ed ora i due uomini dovranno rispondere dei fatti davanti al Tribunale. A riportare la notizia il Messaggero.
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La vicenda e il processo
Il processo ha preso il via a seguito della querela presentata nel febbraio del 2017 da Giuseppe Barboni, imprenditore del mondo del lusso che è anche campione di arti marziali. L’uomo, 35enne ascolano, è a suo volta imputato per tentato esercizio arbitrario delle proprie ragioni e minacce rivolte proprio verso V., C. Quest’ultimo, era stato denunciato per reati simili già nel 2012 e poi, all’inizio del 2023. “In ogni occasione evidenziava a Barboni di essere in contatto con persone altolocate”, queste le parole di V., C., contenute nell’informativa della polizia. Un giorno l’uomo avrebbe anche invitato Barboni in Campidoglio per fargli vedere il suo ufficio. In questa circostanza si sarebbe guadagnato la sua fiducia in quanto l’uomo era ben visto da tutti e possedeva inoltre, molti bigliettini da visita ed ognuno con una carica differente. A seguito di quell’incontro, sono poi cominciate anche le richieste di denaro aventi come obiettivi di farlo assumere in uffici prestigiosi.
Il lavoro negli uffici prestigiosi
“Per il Campidoglio 10mila euro subito e tre mensilità di stipendio poi, per l’Eni 12.500 euro prima e tre mensilità dopo”, si legge nell’informativa. Ma non finisce qui. Per un posto nell’università Pontificia ci sarebbero poi voluti 25mila euro che ai tempi la vittima non aveva, motivo per il quale avrebbe offerto l’auto della madre poi sparita. V., C., avrebbe inscenato il furto, per questo è accusato di simulazione di reato. Ora, quanto denunciato dalla vittima è al vaglio del giudice mentre l’altro uomo protagonista della vicenda, A., W., avrebbe chiesto a Barboni sei mila euro per farlo entrare nei servizi segreti vaticani.