Una Epifania movimentata per i passeggeri del treno regionale FL3 – quello, per intenderci, della tratta Roma-Cesano-Viterbo. Carico di persone con i carrelli che ne approfittano per andare nei più vicini centri commerciali fortunatamente aperti anche il giorno della Befana per fare la spesa, famigliole con bambini al seguito e turisti che rientrano dalla tradizionale visita a Piazza Navona. Ma anche lavoratori, soprattutto medici e infermieri, in forze presso i diversi ospedali della zona.
Ormai sui mezzi di trasporto di questi tempi l’imprevisto è sempre in agguato. Partito in orario dalla stazione Valle Aurelia, il convoglio 12792 delle 13.07 in direzione Viterbo viene improvvisamente “stoppato” dal giovane controllore, una ragazza sui 30 anni, alla fermata successiva, quella di Appiano.
Le urla disarticolate e incomprensibili provenienti dal vagone successivo al nostro incuriosiscono i presenti. Qualcuno si alza per andare a vedere cosa sta succedendo. La giovane funzionaria passeggia nervosamente sulla banchina. Ha già il telefono in mano. “Basta – esclama risoluta – chiamo la Polizia!”
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Straniera senza mascherina e senza biglietto
Una donna che dichiara di lavorare nel volontariato prova a mediare. La signora che grida senza sosta è una bella e robusta nigeriana avvolta nelle coloratissime vesti tradizionali, con un grande turbante verde pastello sulla testa. “Call the police, ok! Call the police”, urla.
“What’s going on? – chiede a voce bassa la volontaria rivolta alla straniera inviperita – Che succede… how can I help you? Come posso aiutarti?”
Dalle invettive dure e feroci lanciate in 3 lingue diverse contro il capotreno l’africana è già passata a toni più pacati. Un’altra donna da dietro le allunga una mascherina, quella che poco prima si era rifiutata di indossare. Fa resistenza, sulle prime la allontana da sé. Infine la accetta.
“Do you know my problems? …No! Let me in peace!”, dice ai presenti. Ma ormai la mascherina l’ha indossata. Un’altra signora le offre il biglietto. Neanche quello aveva, la protagonista della nostra storia di oggi.
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Mascherina indossata, biglietto a posto, ma…
Intanto molti passeggeri hanno perso la pazienza. E chiedono con insistenza alla capotreno di ripartire subito, perché devono entrare in servizio. E sono già in forte ritardo. Il treno è fermo da mezz’ora e se la pattuglia deve arrivare da San Pietro si rischia di mettere nei guai un bel po’ di gente. Oltre che bloccare il traffico ferroviario sulla linea.
“Ma è stata aggredita?”, domando alla capotreno per comprendere meglio la situazione.
“Proprio aggredita no”, risponde, sicuramente spaventata dall’inattesa reazione della iraconda passeggera alla sua richiesta di mettere la mascherina di protezione come previsto dal regolamento. “Mi è venuta incontro gridando minacciosa”, spiega. “Io devo proteggere anche gli altri passeggeri”, si giustifica.
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L’ordine di una passeggera ‘speciale’: “Fate ripartire immediatamente questo treno”. Senza la straniera
Un’elegante signora sulla quarantina le fa cenno di seguirla. Le sussurra qualcosa a bassa voce ma, non ottenendo l’effetto desiderato, le dice in sostanza che la sua solerzia è fuori luogo e le impone pubblicamente, alzando la voce, di ripartire immediatamente. O sarà lei a denunciare l’ “incresciosa vicenda” a chi di dovere. Il classico “lei-non-sa-chi-sono-io”, insomma.
Un misterioso personaggio con un’agenda in mano sale allora sul treno dirigendosi verso la “matriarca” col turbante che nel frattempo si è messa a leggere un libretto da dove spunta la foto di Papa Bergoglio. Seguono due poliziotti che la costringono a scendere. Le porte scorrevoli si chiudono. E il treno riparte. Senza la signora straniera, che a questo punto aveva sia la mascherina che il biglietto.
Dalla banchina la nigeriana ha ripreso ad urlare la sua folle disperazione, ma chi è a bordo vede solo i gesti: delle sue parole si può solo immaginare il significato. E non saranno di certo complimenti.
Perché è stata fatta scendere, se ormai le acque si erano calmate, la donna aveva indossato la mascherina ed era in possesso di biglietto? A che pro “vendicarsi”, visto che comunque la signora era venuta subito a miti consigli, quando ogni giorno si vedono persone che, prepotentemente, viaggiano con la mascherina abbassata, se non addirittura senza, come dimostrano anche le foto da noi scattate, che riprendono un uomo con la mascherina completamente abbassata a bordo dello stesso treno, proprio mentre si discute della faccenda? Perché la stessa sceneggiata non è stata fatta per quel passeggero? La signora aveva sicuramente sbagliato, ma si era ricomposta capendo l’errore. E chi era la donna che, facendo valere la sua posizione di “superiorità” è riuscita a far ripartire subito il treno lasciando la donna a terra? Tutte domande che i passeggeri, sconcertati, si sono fatti e si stanno ancora facendo.
Rosanna Sabella e Maria Corrao