Ha chiamato un medico per assistere il figlio malato di schizofrenia e, invece di essere curato, il giovane è finito in ospedale con colpi di arma da fuoco. E’ successo in via Antonio Gallo, quartiere Appio Tuscolano a Roma.
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Prima la chiamata al 118, poi gli spari
Il papà del ragazzo ha chiamato il 118 la sera del 7 agosto scorso per chiedere aiuto nel far calmare il figlio che soffre di schizofrenia. I sanitari sono giunti sul posto ma non sono riusciti a placare il 31enne. A quel punto è sopraggiunta la polizia, che avrebbe aperto il fuoco contro il ragazzo.
Poliziotti aggrediti con un coltello
Da quanto risulta, il giovane avrebbe aggredito gli agenti con un coltello. I loro giubbotti antiproiettile, infatti, sono stati lacerati dall’arma da taglio che il ragazzo brandiva. Per cercare di calmarlo, i poliziotti hanno quindi utilizzato un taser, che però non ha fatto effetto. Anzi, il ragazzo si. è innervosito ancora di più ed ha cercato di aggredire anche il medico che era sul posto per curarlo.
Vedendo che il 31enne era incontrollabile, gli agenti hanno sparato alcuni colpi di pistola, ferendolo.
Sul caso è stata aperta un’indagine. Gli atti raccontano di un tentato omicidio da parte del ragazzo nei confronti degli agenti di Polizia. A far venire fuori la vicenda, con la versione dalla famiglia, è il garante dei detenuti Gabriella Stramaccioni, che si dice sconvolta dall’accaduto.
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La denuncia del garante dei detenuti: “Colpi di arma da fuoco contro un ragazzo malato”
“Questa mattina al reparto protetto del Pertini ho visitato J. Un ragazzo con problemi psichiatrici, in cura da molto tempo, incapace di intendere e volere e con un tutore (il papà) – scrive Stramaccioni su un post Facebook –. È proprio il padre, alcuni giorni, fa a chiamare un medico perché il figlio si trova di nuovo in stato di forte agitazione e non riesce a contenerlo. Il medico non riesce a fare la solita puntura e chiama a sua volta la polizia. I familiari vengono fatti allontanare dalla casa ed il ragazzo rimane solo con infermiera dell’ambulanza e polizia. Ad un certo punto si sentono spari. Il ragazzo esce da casa in barella ferito da proiettili (uno all’addome). Il Tso non è riuscito, il Taser viene utilizzato (ma pare senza esito). Rimangono i colpi di arma da fuoco inspiegabili, inauditi, a un ragazzo malato e già segnalato ai servizi”.
Adesso J. è all’ospedale Sandro Pertini di Roma, in attesa di essere trasferito in carcere con l’accusa di tentato omicidio. “Saranno le indagini a definire le dinamiche della vicenda. Non mi permetto di trarre conclusioni affrettate. So solo che il ragazzo deve essere curato. Il padre è disperato”, conclude il garante dei detenuti.