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Roma, parcheggia sul divieto, la punizione è esemplare (e virale): dipinta tutta la fiancata

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auto vandalizzata dopo essere stata parcheggiata sulle strisce gialle

A Roma, e non solo, spesso gli abitanti, alle prese con il problema del parcheggio, pur di avere la macchina sotto casa, parcheggiano sulle strisce gialle, occupando spazi riservati ai disabili o ai servizi pubblici. Una pratica incivile e illegale che crea disagi e indignazione tra gli altri cittadini. Ma cosa succede quando qualcuno decide di reagire in modo drastico e originale? È il caso di un automobilista impenitente di Porta Furba, nel quartiere Tuscolano, che ha trovato la sua auto dipinta con una scritta provocatoria. Un episodio che ci fa riflettere sul rapporto tra mobilità, legalità e anche creatività nella Capitale. Vediamo più nel dettaglio che cosa è successo!

Roma, Porta Furba. Il furbetto delle strisce gialle e la vendetta del writer

La scena è questa: un Suv bianco parcheggiato prepotentemente sulle strisce gialle -senza alcun tipo di permesso- e all’improvviso l’incursione di un residente indignato di Porta Furba che, dopo il tentativo fallito dei bigliettini, ha pensato di punirlo in modo letterlmente indelebile con una bomboletta spay. Il residente infatti, per esprimere la sua contrarietà, è riscorso a un gesto tanto eversivo quanto incisivo: su gran parte della fiancata destra ha scritto “Free park”. Traduzione tra l’impacciato e il maccheronico, quest’ultima, di “parcheggio libero”, usata per ammonire chi ha occupato un parcheggio per disabili senza contrassegno valido. Un’ azione vandalica ma anche creativa, che ha trasformato l’auto in un’opera d’arte urbana. Un gesto che ha fatto il giro dei social network e dei media e che ha scatenato le reazioni contrastanti dei romani, tra indignazione e divertimento.

Le reazioni e le conseguenze

La foto dell’auto imbrattata è stata postata su Instagram da un utente con il nome di welcometofavelas_4k, che ha commentato: “Ecco cosa succede quando parcheggi sulle strisce gialle a Porta Furba”. Il post ha ricevuto oltre 5000 like e centinaia di commenti, tra chi approva la punizione e chi la condanna. Alcuni hanno ironizzato sulla traduzione sbagliata di “free park”, altri hanno suggerito al proprietario dell’auto di cambiare colore o di rivolgersi a un carrozziere. Non si sa se l’automobilista incivile abbia sporto denuncia o se abbia accettato la lezione. Di sicuro dovrà fare i conti sia con le opinioni contrastanti dei romani, sia con una multa salata e con una macchia indelebile sulla sua reputazione; un’onta morale sul telaio bianco della coscienza.

“parcheggi selvaggi” e risposte creative

Il caso di Porta Furba è solo uno dei tanti episodi di parcheggio selvaggio che si verificano quotidianamente a Roma e in altre città italiane. Il gesto del writer di Porta Furba apre a una serie di riflessioni: quest’ultimo può essere visto anche come una forma di arte di strada, una manifestazione di un dissenso, seppur a volte ambiguo e legalmente discutibile, ma efficace nel comunicare un messaggio? L’arte di strada è un fenomeno diffuso in tutto il mondo, che usa lo spazio urbano come mezzo di espressione e di protesta; spesso si tratta di opere effimere, destinate a scomparire o a essere cancellate. Altre volte invece lasciano un segno indelebile, come nel caso dell’auto imbrattata. A seconda della situazione può essere vista come un atto vandalico o come un atto creativo ma, senza dubbio, difficilmente può essere ignorata.

Inoltre la reazione estrema del residente di Porta Furba non è il primo né l’ultimo caso; qualche mese fa, al Testaccio, alcuni residenti avevano rovesciato un bidone dell’immondizia sull’auto di un parcheggiatore abusivo, che aveva lasciato la sua macchina sulle strisce pedonali. Un episodio che aveva fatto discutere e che aveva evidenziato la situazione emergenziale dei parcheggi nella capitale. Una situazione sintomatica dell’esasperazione di molti cittadini, che si sentono impotenti e frustrati davanti all’impossibilità di trovare facilmente un posto libero e allo stesso tempo davanti all’inciviltà e scarsa sensibilità di alcune persone. 

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