Roma. Una doppia vita quella di Daniele Carlomosti, il boss romano della droga che adesso rischia fino a venti anni di reclusione. Un giorno sul set come comparsa e l’altro in quella che è passata agli onori della cronaca come ‘la stanza delle torture’, nella quale venivano pareggiati eventuali conti in sospeso. Carlomosti ha prestato il proprio volto come comparsa in Romanzo Criminale ma anche nel film Come un gatto in Tangenziale, Gangs of New York con tanto di selfie con Claudio Amendola, De Sica, Alessandro Gassman e anche Tom Hanks.
La doppia vita di Daniele Carlomosti
Una doppia vita a tutti gli effetti quella del 44enne romano per il quale ieri la Procura ha chiesto con rito abbreviato, quindi con condanne già ridotte di un terzo, venti anni di carcere. Per lui la pena più alta anche se sono ben 145 gli anni di reclusione complessivi chiesti. Carlomosti è ritenuto a capo dell’organizzazione criminale di La Rustica, che spacciava, estorceva denaro e torturava chi non pagava. Particolarmente efferato modus operandi con il quale agiva e in totale sono 13 le persone finite a processo. Un giorno davanti alle telecamere e l’altro impegnato a fare il boss. Questa la doppia vita del 44enne che ha preso parte a diverse pellicole di successo come ad esempio ‘Come un gatto in tangenziale’, dove non sono mancati i selfie sul set con Claudio Amendola e poi ancora con De Sica, Gassman e Tom Hanks. Cresciuto a La Rustica, ha moglie e figli a carico ed è appassionato di armi, oltre a collezionare Rolex ed altri orologi di lusso.
Le condanne
L’organizzazione criminale de La Rustica a cui faceva capo Carlomosti non esitava ad usare le maniere forti ed è stata sgominata dai carabinieri del comando provinciale di Roma lo scorso maggio. Le indagini dei militari hanno avuto inizio da una gambizzazione avvenuta nel 2017 e dai successivi dissidi interni che sono poi culminati con il tentato omicidio di Simone Carlomosti. Ora, al centro delle indagini non c’è solo Daniele Carlomosti: condannato a 16 anni Fabio Pallagrossi, braccio destro di Carlomosti, e a 10 anni e 8 mesi Armando De Propis, padre di Marcello, condannato a 25 anni per l’omicidio di Luca Sacchi. Le accuse sono diverse e vanno dall’associazione e delinquere finalizzata al traffico di droga, all’estorsione, passando per sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni.