Ha avuto tanto coraggio Marilù, la cameriera di un noto ristorante di Roma che ha denunciato le molestie sessuali e la sua condizione di lavoro – in parte in nero. Un coraggio, che fortunatamente, è servito a qualcosa perché la donna ha ricevuto le telefonate dei colleghi che le hanno detto di aver visto regolarizzare i loro contratti. Oltre 100 donne e uomini tra cuochi, camerieri e lavapiatti che dall’oggi al domani riceveranno uno stipendio regolare e i giusti contributi previdenziali. Una gioia enorme che ci dimostra, spiega il sindacalista Iacovone del Cobas Nazionale, che denunciare i soprusi è l’unica via da seguire perché porta dei risultati immediati per tutte e tutti.
La denuncia della cameriera ‘sfruttata’ e violentata dal titolare
«Abbiamo pianto assieme e non me ne vergogno – prosegue Iacovone– la telefonata di Marilù mi ha regalato una gioia immensa. Pensare che tanti giovani finalmente riceveranno il giusto salario per il lavoro svolto è la soddisfazione più grande».
«Una vertenza complicata quella di Marilù che ora è nelle mani dei nostri legali. Ma sapere che a fronte delle nostre denunce pubbliche la proprietà del ristorante si è affrettata a regolarizzare i contratti di tutta la forza lavoro ci dice che la denuncia era giusta e la battaglia per il salario e la dignità delle donne era l’unica cosa giusta da fare».
«Il settore della ristorazione è una vera e propria giungla fatta di irregolarità contrattuali, lavoro in nero e sfruttamento del lavoro migrante che spesso ricopre i ruoli più umili della cucina per mandare un po’ di soldi alle famiglie nei paesi d’origine. Questo può essere un esempio virtuoso per generalizzare le ragioni di chi lavora nel comparto della ristorazione e del turismo. Perché se i ragazzi ricevono regolari stipendi di certo non preferiscono il reddito di cittadinanza ed è ora di finirla con questo propaganda di chi vuole sfruttare i nostri giovani» – conclude Iacovone.
(Foto di repertorio)