Le visite guidate saranno condotte dagli archeologi Roberto Narducci e Barbara Ciarrocchi, responsabili del sito, e si terranno martedì 13 e giovedì 22 giugno alle ore 10.00 e alle ore 11.00, con un limite di trenta partecipanti per turno. Per prenotarsi è necessario compilare il modulo disponibile sul sito della Soprintendenza e inviarlo all’indirizzo email ss-abap-rm.urp@cultura.gov.it. L’area archeologica è raggiungibile in auto percorrendo la Flaminia o con il treno urbano Ferrovie di Roma Nord (Roma-Viterbo) fermata Grottarossa.
Cosa si può vedere
L’area archeologica di Grottarossa si estende su una piana che segue un’ansa del Tevere, dove si trovano i resti di una necropoli monumentale, forse legata ad una delle ville romane rinvenute nelle vicinanze. Qui si conserva anche un bel tratto lastricato dell’antica via Flaminia, lungo il quale emergono mausolei di diversa fattura databili tra il I e il II secolo d.C.. Il più alto di questi fu trasformato in un fortilizio medievale a controllo del fiume, mentre uno dei più eleganti è quello a tempietto, di cui si può ammirare l’angolo sinistro del frontone in laterizi sagomati nell’Antiquarium di Malborghetto. Accanto alla necropoli si trovano anche i resti di una residenza romana, tra cui spicca una struttura particolare, forse una peschiera. I reperti archeologici provenienti dall’area sono esposti nel Museo Archeologico di Malborghetto, che documenta la ricchezza e la lunga frequentazione del sito fino al Medioevo, quando divenne una cava per materiali da calcinare.
Perché visitare il sito archeologico
L’area archeologica di Grottarossa è un esempio significativo di come la via Flaminia fosse non solo una strada di comunicazione e commercio, ma anche un luogo di rappresentanza e memoria per le famiglie romane che vi edificarono i loro sepolcri. Visitare questo sito significa immergersi in un paesaggio antico che ha conservato il suo fascino nonostante le trasformazioni subite nel tempo. Inoltre, le visite guidate offrono l’opportunità di approfondire la conoscenza delle tecniche costruttive, delle pratiche funerarie e della vita quotidiana degli antichi romani che abitarono questa zona.
Stazione Grottarossa, “terra di nessuno” romana