Piazzale Partigiani. Stazione Ostiense. Un terminal così tirato a lucido non lo avevamo mai visto. E mentre i lavori di riqualificazione di uno degli snodi ferroviari nevralgici di Roma – in vista del prossimo Giubileo del 2025 – sono ormai quasi conclusi, fuori c’è la kasbah.
Sul lato sinistro di via Marco Polo – il breve tratto di strada che collega la stazione con Porta San Paolo alle tradizionali bancarelle degli stracci targati Napoli e dintorni – si è aggiunto da qualche tempo il mercato abusivo dei finti profughi ucraini che sbarcano il lunario vendendo ogni genere di ciarpame: dagli stivali alle borse, alle bambole di pezza, ombrelli, portafogli, giornaletti, cd, videogame. E persino lattine e scatole di cibo.
Degrado infinito
Un corridoio fin troppo facile da percorrere al seguito dei rifugiati scampati ai bombardamenti da parte di rumeni, ungheresi, moldavi e slavi, tutti provenienti da Paesi confinanti con l’Ucraina. Come è accaduto a Berlino e in altre capitali europee, lo strascico si è prolungato – con quali modalità possiamo solo immaginarlo – fino a includere una varietà di etnie che va ben oltre le quote stabilite dalla UE. E così quel 13% stabilito dal piano della Comunità Europea per la crisi, ha raggiunto oltre il doppio delle presenze. Rom, per lo più, che vivono di espedienti. E che dello sporco e del degrado che lasciano al loro passaggio non si preoccupano neanche un po’. Ma neppure sembra preoccuparsene l’Amministrazione Capitolina. La presenza di pattuglie della Polizia Locale è sempre meno frequente. Un “vuoto” che inquieta.
“Ogni tanto vengono – ci racconta un vigilante dell’ex-Centro Vaccinazioni AntiCovid proprio di fronte all’Acea – raccolgono e buttano tutto nei cassonetti. Ma loro rimangono dove sono. E dopo pochi minuti dal blitz, con i loro bastoni chiodati vanno nuovamente a rovistare nei secchioni in cerca di altra mercanzia da rivendere”. Un pugno in un occhio dal punto di vista estetico e del decoro urbano, certo, quella fila sempre più lunga di lenzuoli bianchi stropicciati gettati in terra alla bell’e meglio sul marciapiede che porta alla metropolitana. Ma anche un allarme per i numerosi pendolari e turisti che attraversano ogni giorno quel tratto di strada in direzione della Piramide.
Secondo un altro vigilante, infatti, le risse sono all’ordine del giorno. Perché la mercanzia pare non si fermi ai soli oggetti recuperati dai cassonetti. Eppure la soluzione ci sarebbe. E come sempre è a portata di mano. Basterebbe applicare la legge. Secondo la Suprema Corte di Cassazione, infatti: “Commette reato di deturpamento chi rovista nei rifiuti e ne abbandona una parte sulla pubblica via” (sentenza n.29018 del 07/06/2018). Risponde inoltre del delitto di cui all’art. 639 comma 2 codice penale, chi, dopo aver rovistato tra i rifiuti per asportarne parte di suo interesse, abbia abbandonato il resto sulla pubblica via imbrattando conseguentemente il suolo pubblico. Ma siamo a Roma…