Nonostante gli sforzi di AMA di aumentare le proprie unità in giro per Roma, la Città sembra ugualmente abbandonata al degrado e pullula di rifiuti abbandonati per le strade. E’ la drammatica fotografia del territorio capitolino dopo le festività del 25 e 26 Dicembre, dove i sacchi dell’immondizia ormai invadono i marciapiedi e circondano i secchioni dei rifiuti. Centro Storico e periferia, con nessun quartiere escluso per la felicità del sindaco Roberto Gualtieri.
L’aumento degli operatori AMA non garantisce una Roma pulita
Ogni anno che passa, le festività portano quintali di rifiuti in giro per la Città Eterna. Quest’anno il Sindaco di Roma, è stato costretto anche a fare uno spiacevole appello ai propri cittadini: “Signori, fate lo sforzo di tenere altre 24 ore i rifiuti in casa”. Nonostante sul territorio romano AMA abbia messo in strada almeno 3800 operatori, ugualmente un numero così elevato di personale non è riuscito a contenere il degrado presente nei vari quartieri che compongono la Città.
Sarà per le discariche chiuse, sarà perché mancano i mezzi per ritirare i rifiuti. L’immagine di Roma, rimane purtroppo quella di una Capitale Europea che deve fare i conti con l’emergenza dei rifiuti. Eppure, Ama specifica che “nel giorno di Natale sono stati impiegati 1.700 tra operai, autisti e preposti per il controllo del territorio mentre a Santo Stefano il personale operativo è stato di circa 2.100 unità”. Le unità “si sono dedicate in particolare all’attività di raccolta stradale, al recupero materiale misto intorno ai cassonetti e il presidio di aree ad alta densità abitativa”.
Per quello che riguarda il ritiro dei rifiuti presso le utenze non domestica, AMA dichiara: “L’azienda ha predisposto il raddoppio della frequenza di raccolta settimanale, relativo al recupero degli imballaggi in cartone. Un lavoro, che per previsioni fatte, durerà sette giorni su sette anche subito dopo le feste, e più precisamente fino al 10 gennaio”. Eppure, nonostante le dichiarazioni dell’AMA, ugualmente la città al 28 dicembre, ovvero oggi, vede ancora i propri marciapiedi e i cassonetti pieni d’immondizia.
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