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Manifestazione a Roma contro il Governo sabato 24 giugno 2023: attese 10mila persone

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USB protesta

Sabato 24 giugno 2023  le vie e le piazze di Roma si preparano ad accogliere un tripudio di manifestazioni che si protrarranno per tutto l’arco della giornata e che vedranno sfilare migliaia di persone. Si partirà dalle ore 10 con la protesta organizzata dalla CGIL insieme a un’ampia rete di associazioni laiche e cattoliche riunite nell’Assemblea ‘Insieme per la Costituzione’ fino a quella indetta dal sindacato Usb prevista per le ore 14. Lo scopo della prima manifestazione è difendere il diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e per la difesa e rilancio del Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e universale. La protesta fa parte di un percorso di confronto, iniziativa e mobilitazione per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare.

Dalle 14 corteo in Centro del sindacato Usb: 10mila persone previste

nella giornata di sabato 24 giugno 2023 circa 10 mila persone, partiranno da piazza della Repubblica e arriveranno a piazza di Porta San Giovanni dopo aver sfilato lungo via delle Terme di Diocleziano, via Giovanni Amendola, via Cavour, piazza dell’Esquilino, via Liberiana, piazza Santa Maria Maggiore, via Merulana, viale Manzoni e via Emanuele Filiberto. Per questo motivo fino alle 20 circa, ci saranno possibili chiusure al traffico e deviazioni per le linee del trasporto pubblico. Per restare aggiornati consultare il sito di Romamobilità

I motivi della protesta 

Secondo il sindacato Usb e tutte le associazioni che parteciperanno a questa manifestazione di giugno, il governo Meloni avrebbe attuato una politica che va a finanziare le spese militari a discapito dei salari e delle pensioni, mettendo così in atto misure che precarizzano il lavoro. Inoltre il governo colpirebbe tutti gli ambiti sociali per favorire un aumento delle ingiustizie e delle disparità: emergenza abitativa, sanità pubblica, reddito di cittadinanza, regolarizzazione dei migranti, fisco, appalti, contratti, ambiente, lavoro. Il governo Meloni vorrebbe anche stravolgere l’ordinamento costituzionale, con l’autonomia differenziata e il presidenzialismo, andando così ad accrescere le disparità tra le Regioni e a indebolire Stato centrale. 

 

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