L’ergastolo per Innocent Oseghale, ovvero colui che uccise Pamela Mastropietro, oggi vacilla. A la giurisprudenza italiana, che vedrebbe lo spacciatore nigeriano, attualmente condannato per omicidio, per la Cassazione processato per violenza sessuale, facendo decadere l’aggravante dello stupro e comportando una vistosa riduzione della pena. Una situazione che la mamma di Pamela, Alessandra Verni, non può accettare, tanto da arrivare a scrivere al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Giorgia Meloni e il Ministro della Giustizia.
L’ergastolo vacilla per l’assassino di Pamela Mastropietro
Alessandra Verni non ci sta a una depenalizzazione di Innocent Oseghale, specialmente dopo che la sua figlia 18enne, Pamela, venne trovata fatta a pezzi all’interno di una valigia. In queste ore, la donna ha deciso di scrivere a Sergio Mattarella, il premier Giorgia Meloni e il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, al fine di ricordare la macabra fine che fu fatta fare alla propria figlia, all’epoca fuggita da una comunità di recupero per tossicodipendenti.
Come ogni mamma che perde un proprio figlio per un omicidio, la signora chiede giustizia alle istituzioni italiane. Più dettagliatamente, si oppone alla decisione della Corte di Cassazione che ha stabilito come Innocent Oseghale, dovrà avere un nuovo processo per violenza sessuale. L’appello bis che si svolgerà a Perugia, se decadesse l’aggravante dello stupro, comporterà una sostanziosa diminuzione della pena a carico di Oseghale. Nei fatti, il pusher africano potrebbe evitare l’ergastolo a cui era stato condannato nel primo e secondo appello.
La mamma di Pamela ha scritto la lettera in prossimità del 25 novembre, ovvero la Giornata in ricordo delle donne vittime di violenza. Sulla tragedia, la signora ricorda come “ancora giustizia deve essere fatta”. Prosegue poi dicendo: “Sono passati quasi cinque anni da quando mia figlia, Pamela Mastropietro è stata violentata, uccisa, scuoiata, smembrata, fatta a pezzi, lavata con la candeggina, messa in due trolley e lasciata sul ciglio di una strada da individui appartenenti a un’organizzazione criminale”.
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