Non avrebbe versato nemmeno una lacrima durante l’interrogatorio condotto dalla PM minorile Anna Di Stasio, il diciassettenne presunto autore del delitto di Michelle Maria Causo, sua coetanea. Per gli inquirenti il racconto del ragazzo equivale ad una confessione: “Michelle era infuriata perché non avevo il denaro che le dovevo e ha iniziato ad offendermi in modo aggressivo. Ho visto il coltello davanti a me e l’ho preso, poi non ho capito più nulla”. Questa la sostanza del racconto del trapper che ora è accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Dopo il delitto ha abbandonato il cadavere di Michelle in un carrello della spesa accanto ad un cassonetto, nel quartiere di Primavalle a Roma. Di fronte agli agenti della Questura ha più volte ribadito: “Ho fatto una ca…ta”.
I risultati dell’autopsia
Michelle Causo è stata uccisa con almeno sei coltellate al collo e alla schiena. Queste le risultanze dell’autopsia eseguita nella giornata di ieri. Le mani non hanno riportato ferite; la ragazza, probabilmente colta di sorpresa, non avrebbe fatto nemmeno in tempo a difendersi. Infatti è il primo colpo ad essere in fase di accertamento, e gli investigatori credono che sia stato inferto alla schiena. La ragazza inoltre non ha subito alcun tipo di violenza sessuale. Per gli esami tossicologici ci sarà ancora da aspettare.
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L’occultamento del corpo
Per tutta la fase di interrogatorio il ragazzo è stato vago e confuso. Tranne sull’occultamento del corpo. Durante il pomeriggio di mercoledì l’adolescente è uscito di casa per andare a cercare un carrello della spesa presso un supermercato. Lo trova e lo sistema di fronte al portone del suo palazzo, con Michelle già morta da ore. Il ragazzo sale in casa, copre il cadavere con della stoffa e con un sacco nero, poi lo trascina giù per le scale. Un vicino di casa si accorge dei rumori nel pianerottolo e si offre di aiutarlo, non sapendo però che in quel sacco arrabattato c’è la ragazzina morta. “Non si preoccupi, la ringrazio, è solo un maiale”, gli dice il ragazzo. L’uomo però si insospettisce e chiama la Polizia, che in poco tempo risale a lui. Gli agenti suonano alla porta, il ragazzo apre, ancora sporco di sangue: “Era solo un suino”, ripete cercando di sviare gli agenti e indicando loro un cassonetto diverso da quello dove si trovava Michelle. I poliziotti però la trovano lo stesso e il trapper viene fermato. A casa sua viene trovata l’arma del delitto, un coltello da cucina, già ripulito, ma le tracce di sangue sono ovunque.
“Il debito non c’entra, lui probabilmente si era invaghito”. Così i genitori della ragazza
Non si danno pace i familiari di Michelle Causo, che però affermano con sicurezza: “Il debito non esiste, a questa storia non ci crediamo. Lui probabilmente si era invaghito di lei. Anche la storia della droga è falsa, non c’entra nulla”, hanno poi aggiunto.