Per undici attivisti politici, che negli scorsi giorni avevano bloccato le strade di Roma, è arrivato il divieto di ritornare nella Capitale. Ciò è avvenuto per mano del Questore, che nella giornata di oggi ha emesso undici fogli di via obbligatori. I primi due episodi, per mano degli attivisti politici, si sarebbero svolti su via Salaria e via Marco Polo. Il terzo si sarebbe verificato il 17 ottobre, quando è stato bloccato il Grande Raccordo Anulare, all’altezza dello svincolo Nomentana/Casal Monastero. L’ultimo episodio si sarebbe verificato sempre sul GRA, questa volta all’altezza dell’uscita sulla via Ardeatina.
Le conseguenze per gli attivisti che hanno bloccato il traffico di Roma
Come sappiamo, tutti e quattro gli episodi i blocchi sono stati rimossi dalla Polizia di Stato in pochissimo tempo e gli attivisti sono stati identificati dai distretti/Commissariati competenti per territorio. Infatti, nei giorni scorsi gli attivisti avevano inscenato, senza darne avviso alle Forze dell’Ordine, dei blocchi stradali sulle principali strade della Capitale.
Gli stessi uffici di Polizia hanno poi interessato la Divisione Anticrimine della Questura che ha avviato un’istruttoria al termine della quale, per undici delle persone identificate, è stato applicato il “foglio di via obbligatorio” con divieto di ritorno nel Comune di Roma, ovvero la misura di prevenzione con la quale il Questore vieta al destinatario di far ritorno nel comune per un determinato periodo di tempo. Detti provvedimenti, il cui periodo di applicazione va dai 6 mesi ad un anno, sono stati prontamente notificati.
Roma, gli attivisti bloccano le strade. La procura: ‘Interruzione di pubblico servizio’