Gli inquirenti, quella prima volta, avevano perquisito la sua casa, dopo avere tracciato un pacco sospetto proveniente dall’Olanda e recapitato al suo indirizzo. Al suo interno c’erano due flaconi etichettati come «shampoo» e pronti per essere spediti verso Londra. Ma dello shampoo, ovviamente, nessuna traccia.
Droga dello stupro nei flaconi dello shampoo
I flaconi, invece, erano stracolmi di Gbl, droga dello stupro. In merito a ciò, Claudia Rivelli, 71 anni, ex attrice di fotoromanzi e sorella di Ornella Muti aveva però provato a giustificarsi. Disse che si trattava di un prodotto per la pulizia.
Una versione dei fatti alquanto strampalata, che di fatto non l’ha salvata dal banco degli imputati, dove ha chiesto di poter patteggiare una pena di un anno e 5 mesi di reclusione. L’accusa che pende su di lei è di detenzione e cessione di stupefacenti. La Procura ha dato il via libera al patteggiamento e ora la decisione passa nelle mani del gup.
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Spedita anche al figlio a Londra
Secondo l’ipotesi degli inquirenti, la donna si sarebbe fatta spedire a casa la sostanza, con cadenza periodica, facendola arrivare direttamente dall’Olanda. Inoltre aveva provveduto «a inviarne parte al figlio residente a Londra – si legge negli atti – dopo averne sostituito confezione ed etichetta» con una «riportante l’indicazione shampoo, in modo da trarre in inganno la dogana».
Gli altri protagonisti della vicenda
Tra coloro che hanno chiesto di concordare la pena, proponendo – in accordo con i magistrati – 4 anni di reclusione, c’è anche Danny Beccaria. Questi è ritenuto dagli inquirenti essere a capo di una banda di pusher in grado di raggiungere politici e vip e di intascare cifre spropositate.
Secondo le indagini, il soggetto in questione aveva un giro importante all’interno dei locali notturni più in voga, ma era in grado di accontentare una clientela variegata e molto ampia.