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Caso Maria Alessandra Varone a Roma Tre: caos all’Università sulle dichiarazioni anti-aborto della dottoranda

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Maria Alessandra Varone relatrice alla Camera dei Deputati

Scoppia la polemica sulle parole anti-aborto di Maria Alessandra Varone, la ricercatrice del Dipartimento di Roma Tre.

Maria Alessandra Varone alla Camera dei Deputati
Dichiarazione anti-aborto della ricercatrice di Roma Tre Maria Alessandra Varone: scoppia il caso politico all’università romana – ilcorrieredellacitta.com

È caos dentro Roma Tre dopo il convegno tenuto dalla Lega alla Camera dei Deputati. In un evento che parlava di aborto, fanno discutere soprattutto le dichiarazioni della dottoranda Maria Alessandra Varone, attualmente operativa all’interno del Dipartimento di Filosofia Comunicazione Spettacolo. La studiosa, che si è presentata all’evento leghista come “Ricercatrice Roma Tre”, ha manifestato durante il convegno istituzionale posizioni contro la pratica dell’aborto e anche in caso di stupro.

Boomerang con le dichiarazioni della dottoressa Maria Alessandra Varone a Roma Tre

Le dichiarazioni della dottoressa Varone si sono dimostrate subito un boomerang sull’Ateneo, soprattutto perchè la studiosa non avrebbe evidenziato come le dichiarazioni fossero a titolo personale, ma facendo al contempo intendere come quella fosse la linea politica del Terzo Ateneo di Roma. Una situazione che ha portato in fibrillazione tutto l’establishment accademico, con la notizia che è rimbalzata su numerosi giornali di caratura nazionale. 

La vicenda dei permessi non chiesti a Roma Tre

Dietro la vicenda potrebbero nascondersi alcune superficialità compiute dalla Varone, a cominciare dalla possibilità di non aver chiesto i permessi per partecipare al convegno organizzato dalla Lega con il titolo di ricercatrice di Roma Tre

A rafforzare questa convinzione sui permessi accademici per parlare a titolo di Roma Tre, ci sarebbero alcuni fattori che siamo riusciti a scoprire dietro la vicenda. Il professore Roberto Morozzo della Rocca, attuale Direttore del Dipartimento di Filosofia Comunicazione Spettacolo di Roma Tre, sarebbe stato avvisato solamente oggi dell’episodio dopo una lettera giunta da diversi docenti e componenti attualmente eletti nella rappresentanza studentesca dipartimentale.

Cortile della Scuola di Lettere Filosofia Lingue a Roma Tre
Scuola di Lettere Filosofia Lingue di Roma Tre (credits Università di Roma Tre) – ilcorrieredellacitta.com

Malumori dentro il Dipartimento di Filosofia Comunicazione Spettacolo

La vicenda sembra anche segnare un indiretto cambio di direzione politica all’interno dello stesso Dipartimento della Scuola di Lettere Filosofia e Lingue, che soprattutto negli ultimi anni si era attivato con la fruizione di corsi sulla parità di genere, il gender e media, il femminismo e i diritti delle donne. Una dichiarazione che, nel concreto, avrebbe stranito e fatto correre alla mobilitazione anche quegli accademici vicini alla sfera del movimento femminista “Non una di Meno”. 

Le segnalazioni della rappresentanza studentesca a Lettere Roma Tre

La mobilitazione arriverebbe anche dalle liste studentesche, con gruppi o singoli rappresentanti che in queste ore hanno scritto alle massime autorità di Roma Tre. Tra questi si registrerebbe una lettera della lista “Studenti alla Terza” e poi del consigliere Lorenzo Di Mattia, eletto al Consiglio degli Studenti con Progetto Roma 3. 

Nella lettera che abbiamo in esclusiva, Di Mattia scrive al Rettore Massimiliano Fiorucci e il nuovo Direttore Generale di Roma Tre, Alberto Attanasio. Nello scritto riporta: “Desidero esprimere la mia preoccupazione riguardo alle recenti dichiarazioni antiaborto pronunciate dalla ricercatrice Maria Alessandra Varone durante il convegno di ieri alla Camera dei Deputati. Ritengo che tali posizioni siano incompatibili con i valori di tolleranza, pluralismo e rispetto che dovrebbero caratterizzare una comunità accademica come la nostra. Pertanto, chiedo formalmente che l’Università degli studi Roma Tre prenda pubblicamente distanza dalle opinioni personali della ricercatrice, al fine di preservare l’immagine di inclusività e apertura che la nostra istituzione dovrebbe promuovere”.

La voce dei lavoratori interni a Roma Tre

La vicenda ha alzato la polemica all’interno di Roma Tre, aprendo un dibattito tra tutte le fasci operanti nell’Ateneo romano. A titolo personale interviene anche Andrea Severi, giù Senatore Accademico della stessa Università per il Personale TAB: “Sono colpito ed esterrefatto sul modo e nel merito con cui una dottoranda di Roma Tre, approfittando del blasone culturale e scientifico di un Ateneo pubblico e non esplicitamente a titolo personale, abbia voluto esprimere dissenso contro una delle leggi più significative della storia della Repubblica italiana. Da cittadino e a titolo personale ma anche da servitore dello Stato, mi preoccuperei piuttosto della concreta applicazione e rispetto della norma e soprattutto del diritto all’autodeterminazione delle donne rispetto a un tema così delicato, la difficoltà ad accedere nei tempi raccomandati ai centri per l’interruzione volontaria della gravidanza pubblici (quindi fruibili da tutti) e la difficoltà di trovare medici non obiettori spesso costretti a turni massacranti”.

“Se la dottoressa Varone – prosegue Severi -, che lavora per lo Stato, vuole esprimere un opinione a titolo personale, è libera di farlo ma lo faccia da cittadina elettrice e non da ricercatrice di un Ateneo pubblico dove le idee e opinioni di studentesse e studenti si devono formare autonomamente e in libertà senza che gli educatori possano fornire interpretazioni parziali approfittando del proprio ruolo e autorevolezza”.

 

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