Il caldo record porta con sé diversi aspetti: ultimo, ma non per importanza, quello legato ai nomi degli anticicloni. Le curiosità.
Il caldo torrido sta prendendo possesso della nostra Penisola. L’Italia è inghiottita in una morsa di calore che arriva da lontano e persiste nello Stivale a causa di precipitazioni e non solo. La situazione è particolarmente complessa: ci sono dei punti ristoro che agevolano le giornate ai più anziani, ma l’insofferenza delle temperature sopra i 38° non fa distinzione. Quindi l’età c’entra in parte: si tratta, più che altro, di salvaguardare la propria condizione e seguire i consigli del meteo.
Non uscire nelle ore più calde, oramai, vista la situazione, è diventata un’utopia. Refrigerarsi, però, affinché non si perdano troppi liquidi tra sudore e non solo, diventa fondamentale. A ribadirlo sono anche i meteorologi: persone qualificate che ogni giorno, per tutte le stagioni, indicano la mappa dell’Italia spiegando che tempo farà. Il loro lavoro, attualmente, è stato sostituito – in qualche misura – dalle app. Non c’è più soltanto la persona fisica a raccontare la mappatura ambientale.
Caldo torrido, tocca a Cerbero e Caronte: il segreto dietro l’origine dei nomi
Basta un servizio su cellulare e tablet con tutte le specifiche. In questo ambiente, quello del tech applicato ai servizi, lavorano molte persone. La più famosa, a livello contemporaneo, senza dubbio è Antonio Sanò. Il fondatore del sito “IlMeteo.it” è riuscito a coniugare capacità e possibilità nell’immediatezza di un click: “Le previsioni possono salvare vite – racconta a Repubblica – sognavo un meteo accessibile e un servizio facile per tutti”, ha detto.
L’uomo non solo ci è riuscito, ha fatto anche di più: “È merito mio se i cicloni si chiamano Cerbero e Caronte. Un omaggio all’Inferno di Dante, visto che amo la letteratura”. Il Sommo Poeta tutto immaginava fuorché riuscire a influenzare anche il meteo. Gli anticicloni, comunque, sarebbe meglio sentirli il meno possibile. Questo è quello che Sanò confida scherzando al corrispondente, perchè – a prescindere dai nomi – il caldo sopra la media può veramente debilitare. A quel punto l’inferno non sarebbe più una questione – soltanto – letteraria.