E’ uno Spalletti che parla a ruota libera per un’ora, quello che si presenta davanti ai giornalisti nella sua ultima conferenza stampa in giallorosso. Anzi, in giacca blu, come a voler già dare un’impronta differente rispetto al passato.
Dalle sue parole traspare la stima per il club romanista, il rimpianto per non essere stato compreso dai tifosi – i fischi lo hanno addolorato, “non me li meritavo: se i tifosi, o chiunque altro, fosse entrato nella mia testa nei momenti che ho fatto le scelte che sono state contestate, di sicuro nessuno mi avrebbe poi fischiato. Io ho agito solo per il bene della Roma” – la rabbia per la vicenda – ingigantita da stampa e tifosi – del suo rapporto conflittuale con Totti (“Siamo persone che si stimano, non nemici come ci hanno dipinto), il dispiacere di non veder riconosciuto un anno di lavoro sempre leale.
Poi il mister, al momento di congedarsi, stupisce tutti con una frase. “E come ha detto un famoso cantautore romano, vi dico la frase che è stata usata anche come suo epitaffio: non escludo il mio ritorno”.
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