Tra Pecorino romano Dop e Cacio romano è nata una questione legale che si è conclusa solo con il pronunciamento della Suprema Corte di Cassazione. Nonostante entrambi abbiano la dicitura ‘romano’ si tratta di due formaggi diversi che non rischiano di creare confusione nei consumatori: i due prodotti caseari possono convivere tranquillamente.
Una vicenda giudiziaria che si è protratta per anni
La vicenda giudiziaria è andata avanti per anni. Il consorzio per la tutela del Pecorino Dop ha perso in Cassazione contro il Cacio romano. Quest’ultimo potrà continuare a essere venduto, i due formaggi sono diversi tra loro e non c’è confusione tra i due. Il collegio giudicante ha ritenuto che i due prodotti caseari non solo sono differenti per proprietà organolettiche, ma i nomi non hanno neanche una somiglianza fonetica.
La Suprema Corte condivide la decisione d’Appello
Il pronunciamento della Suprema Corte arriva a confermare la decisione dei giudici d’Appello, che avevano ribaltato la sentenza di primo grado, con la quale era stato inibito l’uso del marchio Cacio romano. Una decisione quest’ultima che aveva portato anche al sequestro di diverse forme di formaggio.
La decisione della Corte di Cassazione ha definitivamente chiuso la vertenza tra il formaggio Pecorino Romano Dop, prodotto quasi interamente con latte sardo e il Cacio Romano prodotto nel Lazio, con latte laziale. Se il primo è un formaggio aromatico e piccante, stagionato (a pasta dura o cotta), impiegato essenzialmente come formaggio di grattugia, prodotto con latte di pecora, il Cacio Romano è, invece, un formaggio dolce, semistagionato, che richiama la caciotta a pasta molle di latte anche vaccino, riconducibile quindi alla mucca, che, tra le altre cose, non si può grattugiare ed è quindi impiegato solo come formaggio da tavola. Respinta, quindi, la richiesta del Consorzio Pecorino romano di far dichiarare la nullità del marchio Cacio Romano.
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