La Polizia Locale nel mirino a causa di una storia violenta: la denuncia di una vigilessa apre un varco, tra luci e ombre, nel distaccamento.
Era iniziata come una storia condivisa, poi tutto si è inasprito. Il panorama è quello della Polizia Locale di Roma, la denuncia arriva da una vigilessa che – secondo le ricostruzioni e la denuncia pervenuta – ha subito violenza da quello che era il suo ex amante. Il racconto arriva dalla diretta interessata sulle pagine di Repubblica, ogni riferimento – anche all’interno dell’intervista – è a un sindacalista del Gruppo Prati: “Prima della mia denuncia – racconta la donna – molti colleghi facevano finta di niente. Solo il Comandante mi ha sostenuta”. Una vera e propria storia di emarginazione.
Quella che è iniziata come una relazione passionale si è trasformata in un inferno personale e collettivo: la donna, subito dopo la denuncia, è stata completamente isolata all’interno dell’orario di lavoro e anche fuori. “Hai infangato la Polizia Locale di Roma, mi dicevano”. Tutto questo non ha scoraggiato la vigilessa che ha raccontato anche come – per salvarsi dal peggio in una occasione particolare – ha dovuto lanciarsi da un’auto in corsa.
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“È stata un’Odissea – prosegue – ma lo farei altre 100 volte. Denunciare è importante. Auguro alle mie colleghe di non patire mai quello che ho passato io”. Fare rete è importante: questo è il concetto che passa senza assoluta remora come “lezione” per eventuali episodi simili. Certe storie rimangono scolpite nell’animo di molti come precedenti da tenere a mente, anche per sapere come comportarsi.
Denunciare resta la priorità – come racconta la donna – ma gestire le eventuali ripercussioni è altrettanto basilare e talvolta complicato. Questo aspetto è alla base della paura e della reticenza nell’ammettere tutto. Anche quando chi dovrebbe proteggere conserva un “lato oscuro” di cui spesso nessuno è a conoscenza fino al fatto compiuto.